Sogni-da Freud a Jung

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10 aprile 2011

"L'Interpretazione dei Sogni" (Die Traumdeutung) è di gran lunga il libro di Freud più diffuso, conosciuto e letto, non solo da chi è impegnato nel campo della psicologia, psicoterapia, psichiatria, ma anche da profani e da sostenitori razionalisti e positivisti (per questo assai critici), da persone neutrali (semplici curiosi), da intellettuali, e da esegeti di stampo filosofico, addirittura da giocatori del lotto che lo comparavano, per modo di dire e in altri tempi - alla Smorfia napoletana.
Dopo la pubblicazione (4 novembre 1899), testimonianze ci dicono di un ampia diffusione di questa parte della teoresi e tecnica psicoanalitica.
Qui puntigliosamente vogliamo puntualizzare:

> il modo in cui l'analista, lo psicologo psicodinamico interpreta i sogni, dipende principalmente dalla personale concezione attinente con la funzione del sogno, dalla formazione e dalla teoria cui fa riferimento; genesi, modificazione del sogno al momento del racconto fatto dal sognatore del contenuto manifesto;
> Il cammino tracciato da Freud, comunque lo si voglia considerare, ci porta a constatare con stupore che alcuni temi/elementi legati a tempi remoti, antichi, vivono ancora nell'uomo moderno. Basti come esempio il mito di Edipo; indipendentemente dal tempo e dallo spazio, esiste una identità nei conflitti elementari degli uomini, in altre parole, non siamo così tanto diversi dai nostri progenitori e ciò che faceva rabbrividire d'orrore, incuteva timor panico o era fonte di gioia e di gaudio, è attualissimo,esiste tuttora in noi, uomini e donne dell'era della globalizzazione, generazione ad alta tecnologia multimediale, che navighiamo in rete e possiamo raggiunger in un batter d'occhio i confini del mondo.
> Fino al lavoro di S. Freud, il sogno è valutato un evento  inspiegabile; con lui acquisisce grande valore conoscitivo della personalità umana (l'inconscio è funzionamento del pensiero psichico), e altrettanto valore terapeutico.
> Il carattere centrale dell'opera freudiana, considerata da tutti quella che sansisce definitivamente la nascita della Psicoanalisi, è testimoniato dal fatto che conobbe ben otto edizioni: Freud, fino al 1930 apportò diverse modifiche, con rivisitazioni, aggiunte e note a piè di pagina,
> Molti studiosi sottolineano l'importanza fondamentale della impostazione di Freud, secondo la quale il sogno doveva essere considerato la via regia che conduce agli aspetti più profondi, più nascosti, dell'esistenza umana.
Come già detto, l'Interpretazione dei Sogni costituisce un capitolo fondamentale della storia della psicoanalisi, ma come constateremo più avanti, non è certo Freud che "inventa" il sogno, nè è il primo a parlarne; indubbiamente a lui va riconosciuto il merito di avere accorsdato grande importanza all'attività onirica nella vita psichica dell'individuo, ed è lui che affronta per la prima volta l'analisi "razionale" per arrivare all'inconscio. Per la cultura del suo tempo, Freud è stato un rivoluzionario, sovvertitore delle regole ferree del positivismo, ha rotto gli argini del finto perbenismo della Vienna borghese e bigotta.
Nonostante le critiche che gli piovvero addosso dall'ambiente intellettuale e dalla comunità scientifica dell'epoca, Freud sostenne fermamente e risolutamente che l'analisi del sogno apriva la strada alla comprensione globale dell'essere umano.  Egli afferma che non si tratta più di studiare semplicemente il "sogno" ma, al contrario, di scomporlo per comprendere i principi del funzionamento della psiche.
Quest'opera di grande valore scientifico a cavallo tra fine secolo ('800) e inizio del nuovo ('900), ha indubbiamente segnato profondamente la cultura di allora e va detto, infine, che la genesi di questo lavoro non è stata affatto semplice, il testo, per usare un termine caro  al medico viennese, risulta "sovradeterminato" vale a dire che in esso è possibile rintracciare più significati contemporaneamente.
Questioni diverse si intrecciano nella creazione di quest'opera. Sono evidenti i segni di un costante lavoro fatto di osservazioni, di studio, di ricerca, di riflessioni, di casi clinici che si intersecano con questioni relative alla tecnica, alla teoria e anche con questioni personali e autobiografiche.
La tecnica usata per l'interpretazione del sogno è del tutto legata ad una situazione fortunosa, accaduta al dr. Freud nel periodo che va dal 1892 al 1895. Erano gli anni in cui la cura e il trattamento delle nevrosi, in particolar modo la Nevrosi Isterica, si basavano sulla Tecnica Ipnotica.
Sto parlando del caso di Elisabeth von R. che aveva rifiutato l'ipnosi e di cui Freud parla nel suo lavoro a quattro mani con il dr.Breuer (Studi sull'Isteria,1892), per cui si rese necessario supplire con le libere associazioni. Questa è la tecnica usata per la cura delle nevrosi e nel racconto onirico: si invita il paziente a comunicare spontaneamente tutto ciò che si presenta alla sua mente senza l'intervento della ragione selettiva.
Il successo ottenuto da questa prima e nuova esperienza, indusse Freud ad abbandonare definitivamente l'Ipnosi (ma non fu solo questo il motivo) nel 1894; il medico viennese stava avviandosi a grandi passi a mettere mano a quella variazione tecnica che risulterà decisiva per la nascita ufficiale della Psicoanalisi. Insieme alla scoperta che il sogno è fenomeno psichico che ha un senso, Freud è pronto per consegnare al movimento psicoanalitico e alla storia il suo Die Traumdeutung.
Ad ogni modo, la prima interpretazione esaustiva di un sogno descritta da Freud, riguarda un sogno autobiografico fatto durante la notte del 23-24 luglio 1895, e riportato ne "L'interpretazione dei Sogni", a molti noto come il sogno dell'iniezione ad Irma. Un classico letto e riletto centinaia di volte, in esso si trovano tante indicazioni tecniche, ed è il sogno che rappresenta l'inizio dello sviluppo della teoria e della tecnica freudiana sul sogno, nonché il momento rivelatore del segreto della scena onirica.
Così il sogno comincia ad apparire come la via regia che conduce all'inconscio, anche il suo. Infatti, a partire dal 23 ottobre 1896, con la morte del padre, emergono i conflitti nevrotici di Freud e il libro si arricchisce, appunto, di contributi biografici seppure in modo troppo riservato con evidenti tratti di ritrosia.
Appunto questo, che gli verrà successivamente mosso da Jung che lo rimproverava di mettere ostacoli impedendo  di avvicinarsi ai suoi sogni  dandone una più ampia comprensione.
Diverso è l'approccio al sogno da parte di C.G. Jung.
Jung non ha lasciato un testo specifico, ma studi e riflessioni sparsi in tutta la sua opera.
Alcune spiegazioni si trovano in Dinamica dell'Inconscio, SImboli dellaTrasformazioni, Psicologia e Alchimia, Archetipi e l'Inconscio collettivo, Psicoanalisi e Psicologia analitica, Ricordi, sogni, riflessioni, ecc. Lo studio sui sogni è rintracciabile in quasi tutti gli scritti dello psichiatra svizzero: considerazioni, riflessioni e tanti, davvero tanti, sogni da lui  analizzati.
Jung ricerca lo scopo e osserva il sogno da due punti di vista - perché va ricordato che l'elemento psicologico si muove sempre verso un doppio punto di vista - causale e finalistico.
Il sogno è lo strumento attraverso il quale il sognatore dialoga con se stesso, è una dialettica che ha la capacità di fare emergere dei contenuti che sono stati dimenticati (rimozione per Freud).
Sia Freud che Jung fanno uso delle libere associazioni ma con uno specifico: Jung tenta di capire le immagini che considera rivelatrici di qualcosa, Freud al contrario, afferma che le immagini nascondono desideri inappagati.
Jung afferma che il sogno conduce alla parte più nascosta e più intima dell'anima: i sogni rappresentano una fonte di conoscenza sulla natura della psiche inconscia. I contenuti repressi riemergono nei sogni, questi una volta compresi e interpretati - anzi tradotti - permettono al sognatore di arrivare alla individuazione, cioè alla realizzazione dell'uomo totale.
Nei prossimi articoli entreremo nello specifico e affronteremo le due teorie di riferimento con differenze e somiglianze. Due Uomini a confronto: S. Freud/C.G. Jung e il loro approccio al sogno.
Ci sarà anche una sessione relativa ai sogni interpretati.

Dr.ssa Donatella Steck

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Tratto da una lezione tenuta il 12 ottobre 2009 presso l'Università Popolare di Roma

Sommario:
  • Discorso generale sui sogni;
  •   - definizione di sogno
  •   - definizione di sonno
* Il sogno nella storia
       - segno, simbolo, immagini
Ogni grande opera ha sempre una storia che la precede, per questo motivo è necessario fare alcune considerazioni sulla genesi e sulla struttura dell'opera di Freud che porta la data del 1899. L'interland culturale, la formazione, i pazienti che frequentano lo studio dello psicoanalista, possono influenzare la creazione e la costruzione di una teoresi.
I sogni, in quanto manifestazioni di processi inconsci, gravitano intorno o si muovono in cerchio attorno al centro, e si avvicinano a questo con amplificazioni sempre più vaste e più chiare (Jung, Psicologia e Alchimia-parte prima, pag. 32).
Non si ha una teoria generale del sogno che autorizzi senza difficoltà a procedere deduttivamente, come del resto, non si ha una teoria generale della coscienza che consenta di arrivare a conclusioni per deduzioni.
Ma possiamo aggiungere che non esiste neanche una causa empirica, e ancor meno teorica, che induca a supporre che tutto ciò non valga anche per le espressioni dell'inconscio.
Le manifestazioni dell'inconscio sono varie, imprevedibili e arbitrarie per questo devono essere oggetto di attente e molteplici osservazioni come e quanto quelle della coscienza.
Il sogno è un'espressione vissuta durante il sonno soprattutto nella fase REM, sottoforma di immagini o pensieri, che consentono di mantenere l'equilibrio mentale della persona. Spesso sono il prodotto dell'elaborazione da parte della Psiche di stimoli interni o esterni.
Definizione: il sogno è un'attività mentale che si svolge durante il sonno e di cui è possibile conservare, dopo il risveglio, immagini, pensieri, emozioni che hanno caratterizzato la scena onirica.
Questa essendo interamente governata dalle leggi dell'affettività, presenta una strutturazione che è totalmente svincolata dai principi che regolano il pensiero logico, l'orientamento nella realtà, in particolar modo per quanto concerne
> il principio di identità
 > il principio di causalità
               > il principio di non contraddizione
nonché le coordinate spazio-temporali. Tali principi subiscono profonde alterazioni rispetto alla esperienza diurna.
Neurofisiologia
-----gli studi neurofisiologici, documentati da M. Bertini, evidenziano che non appena l'organismo entra nella fase REM del sonno o del sonno onirico, rispetto al sonno NREM che precede o segue, si ha una significativa attivazione caratterizzata da alcuni processi.
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Tabella 1
VEGETATIVI

>>> accelerazione del battito cardiaco                                      ritmo respiratorio

>>> aumento della pressione sistolica del sangue                       erezione del pene

>>> aumento della resistenza cutanea
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Dopo la scoperta del sonno REM, la ricerca sul sogno si è posta l'obiettivo di stabilire la relazione tra sogno e processi fisiologici che abbiamo inziato a prendere in esame con la prima tabella.

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Tabella 2
MUSCOLARI

>>>  movimenti oculari rapidi

>>> motilità ridotta

>>> riduzione tono muscolare

>>> accentuazione movimenti fini
                                                  specialmente nelle mani e nella faccia
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Tabella 3
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NEUROFISIOLOGICI
in ordine alla attività della corteccia

>>> attivazione dell'ippocampo e aree subcorticali-mesoencefaliche

>>> riduzione dei potenziali evocati

>>> soglie di risveglio relativamente basse

METABOLICI CEREBRALI

>>> aumento del flusso sanguigno corticale

>>> consumo ossigeno cerebrale

>>> e temperatura cerebrale

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Tabella 4

NEUROENDOCRINI

>>> attivazione ipofisi

>>> alterazioni ormonali:

                                    --  ormone somatotropo
                                    --  ormone tiroideo
                                    --  ormoni gonadici

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Negli intervalli NREM che precedono o seguono le fasi REM del sonno caratterizzate dalla presenza di sogni e immagini, il cervello non cessa il proprio processo ideativo, questo però risulta meno vivace, tende ad assumere forme simili al pensiero dello stato di veglia.
Ciò nonostante va sottolineato che da resoconti ottenuti nei risvegli effettuati nei periodi REM, sono riconoscibili tracce di ideazione tipica del periodo REM.
In ordine al contenuto si è osservato che con il protrarsi dell'attività onirica, i sogni si riferiscono a luoghi, situazioni, eventi, attività sempre più lontani nel tempo o sepolti nell'oblio.
Per quanto concerne la funzione del sogno si sono fatte diverse ipotesi di tipo biologico e di tipo psicologico tra le quali ricordiamo:
   a) - pulizia del sistema nervoso dai metaboliti endogeni prodotti durante l'attività;
   b) - stimolazione della corteccia;
   c) - riorganizzazione degli schemi eccitatori del sistema nervoso centrale che si disorganizzano durante il     
         sonno NREM;
   d) - recupero della deprivazione sensoriale del sonno non onirico dove il funzionamento corticale è ridotto
   e) - selezione delle informazioni accumulate durante il giorno in modo da favorire i processi di immagazzi-
          namento delle memorie;
   f) - scarica di impulsi fisiologici nel bambino e istintuali nell'adulto
  g) - soddisfazione in forma mascherata dei desideri e soluzione di problemi emotivi per un migliore adatta-
        mento alla vita reale.

per quanto concerne l'oblio del sogno diversi rilievi sperimentali hanno segnalato:

a) .- il ricordo del sogno cade velocemente dopo la fine del periodo REM
b) - risvegli bruschi conservano un ricordo maggiore rispetto ai risvegli graduali;
c) - si ritengono meglio i sogni nattutini, quelli più lunghi, quelli più ricchi di intensità emotiva.

A queste condizioni generali vanno aggiunte le differenze individuali sul fattore ricordo del sogno e a livello sperimentale questi sono i risultati:

a) ricordano di più i sogni coloro che hanno una totalità di tempo onirico maggiore, coloro che presentano un grado di ansietà, coloro che tendono ad essere introspettivi;
b) ricordano meno coloro che hanno una personalità più repressiva e meno creativa. Come hanno rilevato prove condotte su studenti di ingegneria rispetto a studenti di discipline artistiche; coloro che fanno sogni abbastanza realistici e logici; coloro che hanno una memoria visiva rilevante per cui si meravigliano poco rispetto ai propri sogni e sono in grado di integrarli più facilmente con il pensiero diurno.
Dopo queste considerazioni dobbiamo aggiungere le ipotesi psicoanalitiche che fanno riferimento alla censura e al transfert che si instaura tra chi racconta il sogno e chi ascolta.
Aggiungo per completezza, che sono state effettuate prove sperimentali basate sull'elettroencefalografia e sulla registrazione dei movimenti oculari, che hanno evidenziato caratteristiche tipiche della fase REM nei mammiferi, negli uccelli ma non nei rettili. Si è supposto, perciò, che nella evoluzione della specie lo stadio REM sia subentrato successivamente. Nell'uomo, questo stadio si è ipotizzato persino nella vita fetale e, dopo la nascita, ancor prima che il bambino acquisisca percezione visiva e memoria. Nel sogno infantile è massima la componente fisiologica e minima quella contenutistico-soggettiva, che invece aumentano nella età adulta.
Ultime considerazioni prima di passare ad altre trattazioni.
La maggior parte dei sogni è privadi tonalità cromatiche anche se esistono dubbi in proposito dovuti al fatto che l'incidenza del colore aumenta in rapporto alla vicinanza temporale tra il sogno e il suo resoconto. Nei non vedenti, infine, si hanno sogni visivi quando la cecità è insorta dopo il sesto-settimo anno di età, mentre i non vedenti dalla nascita riferiscono sogni in cui sono implicate immagini non visive ma collegate ad altre modalità sensoriali.
Ciò ha fatto pensare che i movimenti oculari non siano collegati tanto alla visione quanto all'immaginazione del sogno. Continua.....
Dr.ssa Donatella Steck

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Parte 2 - Sogno da Freud a Jung

Il linguaggio dell'inconscio
Il sogno è uno stato psichico che sfugge completamente al controllo razionale della persona e che adempie a molte funzioni; partendo dal piano biologico, esso è una forma di espulsione: attraverso la produzione di immagini, che il soggetto le ricordi o meno, il cervello libera una quota energetica altrimenti in eccesso - per tale motivo si dice che il sogno ha funzione riequilibratrice - di "scorie" di quanto assorbito e vissuto nella giornata appena trascorsa. Tipici diquesto aspetto sono i sogni della routine che ripropongono come un'eco eventi del quotidiano recente. Tuttavia al di là di queste valenze neurofisiologiche immediate, il sogno contiene elementi psichici carichi di significato più o meno profondo che si manifestano attraverso un linguaggio analogico e simbolico.
Gli studi di psicoanalisi iniziati da Freud alla fine dell'ottocento e ampliati in seguito da Jung, da Adler e da altri autori, evidenziano ciò che l'uomo, fin dai tempi più antichi, ha sempre saputo, e cioè che la dimensione onirica esprime contenuti profondi dell'anima: situazioni, conflitti, desideri, pulsioni, istinti, di cui il soggetto non è consapevole e che abitano nell'inconscio, uno spazio sconosciuto della psiche della persona stessa, ma che nelle sue profondità affonda le radici nel cosiddetto Inconscio collettivo (si rimanda a                              ): una sorta di mare magnun  che contiene le immagini interiori comuni a tutta l'umanità e che Jung ha definito Archetipi.
Così il sogno può di volta in volta esprimere
  • il "quadro della situazione attuale", ovvero fotografare il momento in cui la persona si trova;
  • una fase di trasformazione: alcuni sogni sono veri e propri "laboratori" che indicano "in anticipo" lo sviluppo che assumerà una situazione reale in apparenza statica;
  • un processo di eleborazione: attraverso l'attività onirica la persona riflette senza saperlo su alcuni temi guardandoli e analizzandoli da altre prospettive;
  • Una funzione di orientamento: alcuni sogni possono contenere i suggerimenti su decisioni da prendere.
Quest'ultimo aspetto apre al possibile valore premonitore dei sogni che da sempre vengono investiti di potenzialità profetiche. Essi rappresenterebbero il contatto con una dimensione parallela della realtà, caratterizzata non solo da un rapporto privilegiato con l'inconscio, ma anche con le sfere del divino, del misterioso e del senza tempo.
I sogni sono da sempre desiderati e temuti; nella mitologia greca, sono i doni del dio Ipnos (il Sonno), divinità dai tratti ambivalenti, dispensatrice di doni contraddittori, come il riposo rigenerante e gli incubi spaventosi.
Certamente il sogno rappresenta una funzione fondamentale dell'uomo che è profondamente radicata nella materia biologica e dunque nel corpo, tanto che esso si esprime attraverso gli stessi simboli e analogie con cui si esprimono gli organi e i tessuti.
E' frequente, ad es., che una persona malata faccia dei sogni che contengono significati analoghi al simbolismo della malattia stessa.
Esempio: un individuo con ipertiroidismo (che da un punto di vista simbolico indicherebbe una eccessiva velocità nel vivere) può sognare situazioni cariche di ansia, di affanno e avere incubi contenenti una forte angoscia di morte. Il collegamento tra corpo e attività onirica, si potrebbe rilevare in tutte le patologie. In psicosomatica i sogni vanno considerati come espressione della globalità della persona e non soltanto nella sua componente psichica.
Esempio n. 2: una persona affetta da disturbi agli occhi, che simbolicamente sono organi che permettono di discernere il mondo esteriore, può sognare di avere un occhio senza pupilla, di non vedere, o di vedere male, ciò può portare il sognatore a vivere nel sogno ansia, preoccupazione, paura.
Rapidamente posso aggiungere che gli occhi possiedono un fattore di magnetismo - esercitano un'influenza potente simile a quella del fluido magnetico della fisica (cfr. ipnosi e suggestione). Nel linguaggio comune si usa dire "avere lo sguardo magnetico". Gli occhi riflettono lo stato fisico, ma soprattutto quello psichico, perché emozioni come i sentimenti, le passioni, la gioia, la tristezza, l'agitazione, l'angoscia, la collera, la voluttà, si manifestano nello sguardo.

Simboli=dimensione sconosciuta e misteriosa dell'uomo
Non mi sono dilungata a parlare del sonno, ma velocemente spendo due parole. Il sonno è uno stato dell'organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali con sospensione dei rapporti con l'ambiente e modificazione della coscienza. Le teorie cui rimando : Pavlov-inibizione corteccia cerebrale- W.R.Hess -attivazione di strutture ipnogene diencefaliche.
La funzione sonno è strettamente collegata ai simboli della notte: la Passività e di conseguenza ai lati femminili della personalità, l'Ombra, l'Inconscio (rif. dispense aa.aa. 2008-2009 e 2009-2010). E' il momento nel quale ciascuno di noi sperimenta la vita in assenza di coscienza: il corpo è in una condizione di metabolismo minimale (metabolismo basale) e, al contempo sta rigenerando molti dei suoi "mattoni"; il sonno si configura perciò come un momento di morte/rinascita.

  • è la morte del giorno appena trascorso, l'eclissi dello stato di veglia, il cadere in balia di forze e di dimensioni sconosciute;
  • è la preparazione del nuovo giorno, l'embrione di una nuova coscienza, il seme della nuova persona che nel buio grembo della notte si sta preparando al sorgere del sole.
Non è un caso che nella mitologia greca il dio del sonno Hypnos fosse figlio della Notte (Nyx) primordiale e fratello di Eros (Amore) e di Thanatos (Morte).
Durante il sonno il cervello compie straordinarie azioni che sono impossibili durante lo stato di coscienza diurno.
Innanzi tutto esso archivia, elabora, riordina l'attività di pensiero e i contenuti emotivi, affettivi. Tutto questo avviene in modo automatico, che si basa su una sapienza che la materia biologica ha sviluppato in milioni di anni. Si può dire che mentre il cervello cosciente è sempre pieno di dubbi e conflitti, quello inconscio, notturno, sa sempre cosa fare e ci indica casa è bene per noi. Possiamo allora azzardare nel dire che il sonno incarna la figura della "Grande Madre" nella sua valenza positiva: accoglie, nutre, cura e protegge;  non va però, dimenticato il polo opposto che contiene anche un aspetto negativo e terribile che si manifesta negli incubi e si prefigura nella paura del sonno, ben rappresentata da un sintomo come l'insonnia e altri disturbi del sonno.
Per approfondimenti  sul significato di Grande Madre e sull'Archetipo,si rimanda alla dispense a.a.2009-2010.
Studi recenti sembrano confermare un detto assai popolare e antico: "dormiamoci sopra" o "la notte porta consiglio" è quel che si dice quando non si riesce a trovare soluzione a un problema e, avvicinandosi la notte, ci si affida al sonno come momento potenzialmente risolutivo.
In effetti, sembra che l'attività neurologica cerebrale durante il sonno, attivi capacità intuitive e soluzioni e, addirittura, di scelta rispetto a problemi che il cervello cosciente non riesce a sciogliere.
E' bene ricordare che il sonno fa parte dei bisogni primari dell'organismo e non può essere rimandato oltre un certo tempo, in genere non può superare le sessanta o settanta ore. E questo sembrerebbe simboleggiare l'impossibilità dell'uomo di separarsi non solo dalla dimensione del riposo ma anche l'impossibilità della coscienza di staccarsi dall'inconscio e di farne a meno. Esso è dunque simbolo della "casa " cui tornare quotidianamente per ripartire ogni mattina verso la vita. Attraverso il sogno, infine, il sonno svolge funzioni di riequilibrio nervoso, di elaborazione di alcune tematiche inconscie e di contatto con le dimensioni più profonde della Psiche.

Il sogno nella storia - Premessa
Proiettiamoci indietro nel tempo.
L'uomo, sin dall'inizio della sua comparsa sulla terra, è affascinato e nel contempo intimorito dai propri sogni che sembrano provenire da un altro mondo, più intimo, più segreto, più misterioso.
Secondo la mentalità primitiva - ancora non è avvenuta l'evoluzione piena della coscienza - il sogno ha un valore sacro ed è a partire da questo che diventa possibile la comunicazione immediata e completa tra ciò che si definisce realtà sensibile e le forze mistiche.
Il mondo visibile e invisibile, per l'uomo arcaico, forma un'unica cosa. Se ci prendessimo la briga di gettare uno sguardo ad altre civiltà, rimarremmo stupiti nel constatare che tutte hanno assegnato, nel tempo, un posto di rilevo al "sogno", dato che veniva considerato un fattore di mediazione tra gli uomini e la divinità, per questa ragione secondo le credenze, più diffuse, il sogno possiede un significato divinatorio, quando non addirittura profetico.
Dei, Angeli, Demoni, geni, fate, elfi, mostri, approfittano del momento in cui una persona dorme per fare la loro comparsa, investire lo spirito del dormiente e inviare un messaggio a lui o all'intera umanità
Sono stati ritrovati documenti come "alcuni papiri che trattano di oniromanzia" questo è quanto ci dice Ellkevel "il Papiro di Insinger o il Papiro di Chester Beauty IIII ci danno una idea precisa di quale doveva essere la concezione egizia del sogno....nell'antico Egitto il sonno era considerato uno stato che permetteva al dormiente di entrare in contatto con un altro mondo in cui l'annullamento del tempo dava al futuro la possibilità di manifestarsi attraverso delle visioni" (Y. Ellkevel, Les sciences ocultes, Le mots secrets de A à Z, de Vecchi, 1990).
Nella tradizione greca il sogno è essenzialmente collegato a fenomeni come la divinazione e/o l'incubazione, a culti come quello di Asclepio e ad un'ampia produzione scientifica e filosofica. Un atteggiamento pragmatico quello dei Greci verso l'esperienza onirica dal momento che il sogno, ovvero il messaggio in esso contenuto è essenzialmente proiettato verso l'esterno nel mondo della veglia e integrato negli schemi di comportamento.
Platone sostiene che il sogno non fa che mettere in evidenza ciò che ognuno di noi ceè, ossia una sorta di desideri terribili, selvaggi, sfrenati, che solo un'anima desta e razionale può tenere a freno e controllare.
Invece per Arisotele il sogno e solo una questione fisica, cioè il risultato delle sensazioni provate nello stato di veglia che lasciano negli organi di senso un'impressione che perdura anche dopo la scomparsa dell'oggetto delle percezioni.
Nella filosofia neoplatonica il sogno acquista definitivamente un significato mistico ed estatico, inquanto forma di esistenza dell'anima che non dipende dal corpo e può dunque ascoltare direttamente la divinità, prefigurando la liberazione definitiva dal corpo che la morte accorderà.
Nel cristianesimo i sogni sono considerati divini o diabolici secondo il loro contenuto e ben presto sono associati - perché ritenuti illusioni e menzogne - all'eresia. La figura dell'interprete di sogni viene soppressa e la divinazione, elemento centrale della religione pagana, severamente vietata dal momento che è considerata sacrilega. Verrà ribadito che solo la Chiesa può farsi tramite tra Dio e l'Uomo. Continua.....
Dr.ssa Donatella Steck
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Da lezioni 2008-2009
Ritornerò più avanti alla 3 parte del Sogno nella storia. Prima di proseguire il discorso sui sogni, credo sia opportuno dare uno sguardo e scrivere qualche riga sull'Inconscio. Approfondimenti sulle teorie si possono trovare nelle pagine specifiche.
Per comprendere bene il discorso sui sogni è necessario avere chiari alcuni concetti e alcune linee guida riguardanti l'Inconscio. Ci serve per comprendere la portata grandissima di tutto il lavoro svolto da Freud. Possiamo pure non essere sempre d'accordo con lui, o mai, tuttavia egli ha aperto un'autostrada e questo gli va riconosciuto.
Non è facile, nè semplice dire in poche righe e con parole agevoli cosa è l'Inconscio, soprattutto è complicato usare un linguaggio con termini accessibili a tutti, essendo l'inconscio per sua natura inafferrabile, il che rende pressoché impossibile una "delineazione" oggettiva.
La sua inafferrabilità e la sua sfuggevolezza, rendono il rapporto con esso ancora più ostico e lontano,  per tale motivo l'esplorazione e la conoscenza dei suoi meccanismi e delle sue realtà è riservata a coloro che hanno una formazione in psichiatria e in psicologia.
Possiamo paragonare l'Inconscio, usando un linguaggio metaforico, all'energia elettrica, alle stagioni, ai suoni musicali,ecc. -ognuno può, se vuole, esercitarsi con delle immagini proprie, queste sono solo un mero tentativo di esplicazione-; p.e. è facile per ognuno di noi comprendere una musica e riconoscerla, e ciò grazie ad un insieme di vibrazioni che formano una melodia, la ri-conosciamo nel momento in cui tale melodia ha un effetto-risonanza dentro di noi: la "sentiamo" emotivamente. Per rimanere in tema di esempi, riusciamo a "vedere" l'energia elettrica se toccando un interruttore si accende una lampadina, oppure se mettiamo in funzione un elettrodomestico. Come facciamo a ri-conoscere una stagione dall'altra? Al di là dell'apprendimento, ovvio. Perchè associamo la neve, la pioggia, il freddo, gli alberi spogli, l'accorciarsi delle giornate, all'inverno; di contro la primavera porta con sè giornate tiepide, i germogli, il cinguettio degli uccelli, di solito parliamo di risveglio della natura; e così per l'estate e l'autunno.
Ora risulterà più semplice capire che non si può parlare di Inconscio senza correlarlo alla manifestazione dei fenemeni. In particolare esso è legato all'osservazione dei fenomeni non volontari, non coscienti, sono fenomeni che sfuggono al controllo e alla consapevolezza personale ma non per questo non esistono.
Tutte le volte che compiamo atti, o diciamo parole senza volerlo, o quando non riusciamo a svolgere un compito, a concentrarci, perché continue distrazioni come stati d'animo, sensazioni, pensieri ricorrenti, invadono il nostro campo di coscienza.
Anche quando sogniamo, sogni negativi, incubi, fantasie aureolate da immagini fastidiose, umori, impressioni, ebbene in quel momento i fenomeni dell'inconscio si manifestano, e almeno una volta al giorno, ci piaccia o no, siamo assoggettati a questi movimenti interni.
Abbiamo una propensione, a mio avviso sclerotica, di pensare all'inconscio solo come ad un nemico connotandolo di attributi negativi, esso è invece amico e alleato e ci viene incontro, basti pensare a tutte le ispirazioni, le intuizioni, le rivelazioni, i sentimenti altruistici o quando dopo aver appreso qualcosa possiamo ripeterla, senza doverla imparare di nuovo; pensiamo all'abilità di usare strumenti, guidare un'automobile, apprendere un mestiere, una lingua, oppure le opere d'arte, alla capacità di provare sentimenti, di entusiasmarci, ecc. fino a tutte quelle esperienze che ci hanno arricchito.
Insomma, alleato o nemico, per comprenderlo e usufruire delle sue energie dobbiamo assumere le qualità del suo eterno confronto: la coscienza, cioè prenderne coscienza o esserne coscienti.
Il rapporto tra inconscio e coscienza è un pò come quello tra il bene e il male, tra vita e morte; non potrebbe esistere l'inconscio se non ci fosse coscienza.
Ecco, fatta questa breve digressione, riprendiamo il nostro discorso sul sogno.
Il sogno, secondo Freud, ha la funzione di soddisfare un'esigenza energetico-pulsionale, è espressione di un desiderio rimosso allo stato di veglia, durante l'attività del sognare si eliminano le scorie del sistema nervoso-cerebrale; è la via regia che conduce agli aspetti profondi e nascosti dell'esistenza umana; il sogno necessita di un'adeguata comprensione e traduzione della correlazione tra le immagini prodotte e il pensiero; esso è anche azione mentale. Il sogno è un'esperienza comune su cui l'uomo da sempre si interroga.
Chissà cosa si sarà chiesto il primo uomo quando si svegliò dalla prima dormitina preistorica. Si sarà domandato cosa fossero quelle immagini che gli sono apparse durante il sonno? E si sarà domandato se qualcun altro, come lui, si sia trovato nella stessa condizione?
Possiamo dire: probabilmnte sì?
Non siamo in grado di datare il primo sogno - se pure ci interesserebbe molto - abbiamo di contro, parecchie testimonianze scritte sui sogni che risalgono al III-II millennio a.C., e lo abbiamo visto nella "rassegna storica". Non solo, abbiamo potuto scoprire quale funzione fosse attribuita al sogno: divinatoria, profetica, diagnostica, prognostica.
Scorrendo alcune trsi della teoria freudiana, siamo entrati nel vivo del tema; ci viene detto che il sogno ha un suo senso che non è dato immediatamente, perciò è necessaria la lettura dei segni, simboli, solo successivamente ci si può approssimare alla sua traduzione, cioè alla sua interpretazione.
Freud, a questo proposito a ffermava che "interpretare un sogno" vuol dire indicarne il senso, vuol dire sostituirlo con un qualcosa che venga introdotto come elemento di importanza rilevante e nello stesso tempo di pari valore nella "concatenazione delle nostre azioni psichiche". (S.Freud, Interpretazione dei sogni, pag.100).
Ma cosa significa?
Ci troviamo di fronte ad un fatto: il sogno per fattori censori, e non solo, nasconde il suo senso e che interpretarlo vuol dire svelarne il significato nascosto; però il senso può essere disvelato soltanto attraverso un metodo adeguato ad esso: Senza ripeterci inutilmente, abbiamo visto che i tentativi di elaborazione dei diversi metodi erano già in  essere nell'antichità molto prima dell'opera freudiana.
Allora proviamo a fare alcune considerazioni critiche su due procedimenti popolari in uso nella tradizione sacerdotale antica connessi alla metodica interpretativa, e le facciamo prendendo spunto dalle parole di Freud (op. cit. pag. 100).
In breve egli riferisce che queste due metodiche considerano il sogno:
  •  la prima, come una totalità indivisibile che sostituisce un contenuto con un altro analogo. Cisi riferisce alla interpretazione simbolica;
  • la seconda, introduce una sorta di "scomposizione" del racconto onirico e presuppone un codice fisso di significati.
Questa seconda è definita da Freud "metodo di decifrazione" perchè considera il sogno alla stregua di un linguaggio criptato in cui ogni segno deve essere tradotto seguendo le linee guida predefinite, una "chiave", che fissano altri segni di significato conosciuto.
Per rendere comprensibili questi procedimenti si può fare riferimento agli esempi fornitici dall'autore stesso.
Freud mette in relazione la prima metodica con il sogno interpretato dal biblico Giuseppe (7 vacche grasse alle quali seguono 7 vacche magre che divorano le prime, ecc.), e ci dimostra come avviene la sostituzione simbolica.
Nella seconda metodica, cita come esempio un sogno ipotetico:"ho sognato per esempio una lettera, ma anche un funerale, ecc; consulto ora un "libro dei sogni" e trovo che lettera va tradotto con dispiacere, funerale con fidanzamento".
Se ci fidiamo del codice fisso nella scomposizione della scena onirica, perdiamo elementi fondamentali per comprendere la natura dell'inconscio.
E' vero che  i sacerdoti egizi ricorrevano ad esso, peraltro utilizzavano il codice dei geroglifici come principio interpretativo, e d'altronde come avrebbero potuto asserire che il drago significava la sovranità e che un serpente indicava la malattia, se non facendo riferimento, appunto, ad un insieme fisso di significati?
Quindi la conclusione a cui arriva Freud è la prima di natura scientifica; egli dice che i suddetti procedimenti, sebbene popolari, sono inutilizzabili per la trattazione sceintifca dell'argomento poiché il metodo simbolico è di applicazione limitata e incapace di fornire una spiegazione generale, nel metodo di decifrazione, invece, la cosa più importante sarebbe l'attendibilità della "chiave di decifrazione" del libro dei sogni, mentre manca qualsiasi garanzia.
Freud è riuscito a riaprire la discussione sul sogno cui ha assegnato lo status di avvenimento psichico e furono questi due aspetti ad impressionare tantissimo Jung, come lo stesso ha più volte sottolineato.
L'introduzione del soggetto sognatore sulla scena, si rafforza se accettiamo che il sogno così come è non dice nulla, risulta incomprensibile e, al pari di quando sollecitiamo una spiegazione se non comprendiamo qualcosa che viene detto, così usiamo la stessa modalità e chiediamo al sognatore cosa potrebbe significare il suo sogno. Di solito risponde che non lo sa, ma di fatto la spiegazione è già dentro di lui. E' un sapere inconscio di cui la coscienza non sa nulla.  Continua......
Dr.ssa Donatella Steck

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21 aprile 2011
Il primo atto del sogno consiste nell'attivazione di oggetti inconsci che liberando le loro informazioni onto-filogenetiche svelano i loro messaggi di rappresentazioni-affettive rimosse.
In altre parole, e cercando di semplificare il concetto, vengono liberati dei vissuti emotivi di accadimenti interiorizzati che ripetono scenari di vita infantile ed ancestrale, e alimentano le immacini fantasmatiche. Gli oggetti inconsci attivati mobilitano degli insiemi co-pulsionali sessuali e/o aggressivi facendo rinascere i desideri infantili. La realizzazione di questi desideri si attua precisamente attraverso la disattivazione degli oggetti inconsci la cui scarica diviene perciò sinonimo di piacere.
Freud fu anche il primo a cogliere l'unità strutturale del sogno (pag.170 op. cit), che era connesso significativamente sia con la psiche nel suo insieme, sia con le sue parti individuali. Secondo la sua tesi l'essenza di questa unità era radicata in un nucleo inconscio del sogno, una sorta di punto di cristallizzazione che formava il terreno comune dei sogni consecutivi, non solo nel corso della stessa notte ma anche i una successione di notti (pag.479): "tutti i sogni della stessa notte appartengono, secondo il loro contenuto, allo stesso insieme"(pag.307) e ancora: "i diversi sogni [avvenuti] della stessa notte vanno sempre trattati nel loro insieme" (pag.479) quando si avvia il lavoro interpretativo.
L'ipotesi che il sogno si situasse all'interno di un "enchainement"(concatenamento) ininterrotto del materiale mnestico, fu davvero geniale, giascché sembro possibile l'accessso analitico all'inconscio onirico.
Dal momento che il medico e psiconalista viennese era riuscito a cogliere il significato e lo scopo degli eventi psichici, della modalità con la quale erano determinati i loro contenuti, la scoperta del significato del sogno non era altro che un ritorno alle cause inconsce.
Ci sono tante formule care a Freud, la prima "il sogno è custode del sonno", tanto famosa quanto illuminante.
Il primo pensiero che sovviene alla mente corre verso le funzioni del sogno -qualcuna l'abbiamo già trattata - ma sembra proprio che questa sia davvero quella di proteggere il sonno del dormiente.
Essendo l'individuo sottoposto a continue sollecitazioni, stimoli endogeni e/o esogeni, persino quando dorme, l'attività onirica fornisce risposte più o meno adeguate e sufficienti, che rispondono al copione del sogno, ai suoi desideri o alle sue sensazioni. Porto due esempi a chiarimento.
-  si può sognare di bere quando si ha realmente sete;
-  si può sognare di "scalciare" per liberarsi da qualche impedimento quando si hanno le coperte attorcigliate intorno alle gambe ( in merito a questa sensazione, ci sono altre e diverse situazioni oniriche, ma l'ho scelta perché più semplice e immediata).
"Il sogno è la realizzazione di un desiderio", altra formula freudiana famosa che spiega un'ulteriore funzione, tra le principali, del sogno.
Quando i nostri desideri nella realtà non possono essere soddisfatti perché proibiti e inconciliabili con le nostre istanze morali, non spariscono, ma trovano posto negli angoli apparentemente più remoti dell'inconscio. Poiché non muoiono, soggiacciono restando attivi nella psiche che non vede altra maniera di esprimersi se non approfittando del sonno e dell'intorpedimento del sistema cosciente.
Così questi contenuti rimossi si rivelano nel sogno permettendo la realizzazione simbolica dei desideri frustrati nella realtà.
Per confermare la correlazione Sogno-Realizzazione del Desiderio o anche Sogno-Ideale, Freud prende a prestito le espressioni del linguaggio corrente, il linguaggio comune, quello della quotidianità; attraverso queste espressioni è facile verificare che il sogno ha sfumature a caratura positiva e che talvolta corrispondono al compiersi dei desideri, perfino di quelli considerati "audaci". Sarà capitato a tutti di sentire qualcuno esprimere gioia, sopresa, stupore con un'affermazione del tipo "Accidenti. Non mi sembra possibile. Sto sognando!", quasi a voler rimarcare che si stenta a credere che ciò che sta accadendo sia reale.
Oppure, non si usa forse dire "Ho fatto una vacanza da sogno"? per raccontare vacanze incantevolie meravigliose.
Bene, ci stiamo avvicinando ad un altro aspetto dei sogni: il meraviglioso, ma anche l'assurdo, e ancora, l'imprevedibile, l'irreale.
Nel linguaggio comune, il sogno si articola su due costanti:
  • l'aspetto meraviglioso, l'ideale;
  • l'aspetto irreale, attraverso il quale esso trascende la realtà.
Le cose sono, tuttavia, più complesse di quanto non sembre, poiché il sogno possiede due dimensioni:
        > una dimensione manifesta
        > una dimensione latente
La prima corrisponde al sogno in se stesso, a quanto esso racconto e alla narrazione del sognatore. La seconda corrisponde al senso del sogno, al messaggio di cui è portatore. Alcuni processi psichici in atto servono a mascherare il sogno, che bisogna leggere e interpretare per arrivare al contenuto latente, vale a dire l'autentico messaggio del sogno.
Se, ad esempio, sentimenti aggressivi, malevoli, morbosi, fanno irruzione nei sogni, ciò non può avvenire direttamente. Interviene la Censura.
La censura è un meccanismo inconscio di difesa il cui fine è quello di garantire il "benessere psicologico", per questo motivo attua il divieto di accesso alla coscienza di sentimenti negativi, questi devono a loro volta, mettere in atto strategie, devono "travestirsi" (mascherarsi). E' ciò che Freud chiama il lavoro di elaborazione del sogno.
Questi sono alcuni modi in cui i sogni arrivano a parlare con un linguaggio cifrato.
  • Condensazione. Permette di compattare più rappresentazioni in una sola. Ad. esempio, molte persone contenute in una sola persona costituiscono una rappresentazione condensata. Una persona composita ha l'aspetto che ricorda A, i capelli che sembrano appartenere a B, la voce di C, gli abiti di D, pur tuttavia si tratta di E.
  • Spostamento. Permette a un elemento latente di essere rimpiazzato da un altro elemento lontano, dunque siamo in presenza di un'allusione. L'accento psichico è trasferito da un elemento importante su uno accessorio; in questo modo il sogno riceve un altro centro e appare strano/strambo.
  • Simbolismo. Concorre all'oscurità del sogno. Il sogno è fatto di simboli. Riconoscendo questa verità, Freud ammette un sapere inconscio comune e dunque un inconscio collettivo, ma rifiuterà di inserire nelle sue tesi, di approfondire la parte collettiva di alcuni simboli.
"[....]innanzitutto siamo in presenza del fatto che chi sogna ha a sua disposizione una modalità di espressione simbolica che non conosce né riconosce in stato di veglia....Possiamo dire soltanto che in chi sogna la conoscenza del simbolismo è inconscia, che fa parte della sua vita psichica inconscia [...]Questa conoscenza ci viene da diverse fonti, dalle favole e dai miti, dagli scherzi e dai motti di spirito, dal folklore, cioè dallo studio dei costumi, usi, proverbi e canti di popoli differenti, dal linguaggio poetico e dal linguaggio comune"  (ibd. pag. 84).
Il simbolo serve, pertanto, a rappresentare in modo analogico, una rappresentazione rimossa; spesso è inoffensiva in quanto non significativa per il soggetto dormiente.
L'interpretazione dei sogni stabilisce un ponte tra i contenuti inconsci e i contenuti consci. Il lavoro sul sogno è l'illustrazione del progetto psicoanalitico generale che consiste, perciò, nello stabilire dei legami, nel procedere per associazioni di idee e nell'appplicare una lettura di tipo analogixo, cercando di avvicinare, accostandoli, i significanti tra loro.
Secondo Freud, tutto è importante nel sogno e bisogna guardarsi dal voler cogliere tutto quanto l'essenziale trascurando i dettagli. In effetti, lo spostamento, ad esempio, ha per obiettivo quello di mettere l'accento su un elemento accessorio.
Pertanto, ciò che viene preso per il centro del sogno (il personaggio principale, la situazione centrale, ecc) può, a causa dello spostamento, essere solo secondario. L'Interpretazione dei sogni non può che essere individuale.
Se la conoscneza e lo studio dei simboli universali si rivelano necessari, le immagini e le idee che compaiono nel sogno sono trattate in modo personale e prendono un senso particolare per l'individuo, in funzione della sua storia, della sua esperienza e dei suoi riferimenti.
Quindi, l'uso di un manuale di interpretazione o di un dizionario dei sogni mette in luce, più spesso di quanto non si creda, tendenziosità e scarsa scientificità nella misura in cui propone soluzioni e risposte "collettive" (nell'accezione di "comune e utile per tutti e tutto") a creazioni individuali.
Tale uso nega l'individualità e la specificità di ogni sogno e, ancora di più, di ogni essere umano perch<è non tiene conto della persona, del suo vissuto e della sua struttura psicologica.
Prima di passare ad altro argomento, vorrei spendere altre due parole sul significato manifesto e latente. Lo considero importante per la comprensione della teoria freudiana, ed e propedeutico alla teoria dei sogni di Jung.
Il sogno è azione mentale esattamente come è azione mentale il pensiero. Il sogno è un tentativo composto di diversi tentativi sovradeterminati, cioè riducibili ad altri più elementari a loro volta riducibili ad altri ancora più elementari, e così via.
Detto ciò, si riassume il concetto stabilendo che il sogno ha un contenuto manifesto e molteplici contenuti latenti che corrispondono ad altrettanti desideri specifici inconsci (N. Peluffo, Elaborazioni oniriche dei derivati di fissazioni utero-infantili, atti convegno marzo 2007).
Di solito chi lavora con i sogni, ha la tendenza a tenere in considerazione il contenuto latente del sogno, trascurando il contenuto manifesto, pure importante perché esso è l'insieme dei tentativi consci, ed è degno di essere sottoposto ad attenta valutazione.
Il contenuto manifesto del sogno ha la sua importanza; esso è fondamentale, perché la percezione del contenuto manifesto del sogno è l'elemento che ci permette di stabilire l'esistenza di  materiale del sonno e del sogno, esso persiste e fa di tutto affinché siano fatti salvi i suoi diritti durante la veglia.
Ci ricorda, inoltre, che durante le varie fasi del sonno è presente un'attività di pensiero chiamata sogno lungo la quale il soggetto compie azioni senza muoversi. Cioè cammina, si nutre, combatte, fa all'amore, compie avventure fantastiche, ma...dormendo. Ciò che gli rimane dei tentativi agiti oniricamente, di tutte quelle azioni, è un racconto, un film con un set e un cast onirico, una fabula onirica e soprattutto azioni, verbi e sentimenti.
Per esempio, nei sogni dei bambini è presente il contenuto manifesto. Un bambino geloso del suo fratellino può sognare che un orso arrivi notte fonda e lo rapisca dalla culla .
Oppure, se  è stato punito dal padre per qualche capriccio, può sognare che qualcuno bussi alla porta e aggredisca il papà.
Questo per sottolineare un dato incontrovertibile: ognuno costruisce il sogno con i mezzi espressivi che ha a disposizione: semplici quando è piccolo, più raffinati quando è adulto.
Nel contenuto manifesto la dinamica si esprime sia direttamente, attraverso le azioni che si producono o sono inibite nel corso del sogno, sia indirettamente nei verbi che, nella maggior parte dei casi, sostengono un movimento pulsionale ben definito.
L'elaborazione della dinamica fa sprofondare nel cuore del conflitto psichico e mette in evidenza le pulsioni elementari, i desideri inconsci e i meccanismi di difesa specifici di uno stadio, momento o periodo dello sviluppo ontogenetico. Infine, offre la possibilità di farsi un'idea della dinamica propria dell'inconscio ovvero dei meccanismi elementari ed efficienti.
Dr.ssa Donatella Steck
Prossimo Argomento: Simbolo in Psicoanalisi

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28 aprile 2011- Simbolo in Psicoanalisi

Nell'opera di Freud - Introduzione alla Psicoanalisi 1915-1917, vol VIII, pag.368 -  leggiamo che il imbolo viene definito come eredità filogenetica, un sapere originario precedente allo sviluppo del linguaggio individuale ["la relazione simbolica, mai insegnata al singolo ha i requisiti per venire considerata un'eredità filogenetica"]; seguendo, però, il filo dell'autorevole discorso del prof. Freud, si riscontra che lo stesso considera la funzione del simbolo un processo arcaico del pensiero, ["una disposizione mentale"], un ponte tra pulsione, affetti e oggetti,  una "costruzione psichica che si articola nelle vicende relazionali".
Definendo il simbolo come eredità filogenetica, Freud lo integra nella concezione di una funzione simbolica riferibile all'ontogenesi; possiamo anche notare la valenza semantica (studio del significato delle parole, degli insiemi di parole, delle frasi, dei testi) della lettura simbolica di Freud il quale riduce il simbolo a "segno di processi istintivi elementari" in linea con l'esigenza esplicativa e riduttiva delle scienze naturali del suo tempo a cui resta ancorato.
Paradossalmente, mentre Freud criticava le antiche metodiche di interpretazione dei sogni, egli stesso cade nel medesimo errore quando propone la concezione causale che sembra tendere "all'uniocità, ossia a significati simbolici fissi" (C.G. Jung Concezione energetica in psicologia vol.VIII, pag. 264) e al concetto di determinismo psichico.
Un esempio: gli oggetti di forma oblunga, a prescindere dalle associazioni del paziente, vengono ricondotti ad un medesimo significato sessuale. Freud, nell'interpretazione dei sogni, protendeva verso una individuazione nel simbolo esclusivamente come una rappresentazione di un organo investito di raffigurazioni fantastiche e desideri infantili.
Simbolo è un termine di uso comune; da un punto di vista etimologico deriva dal greco symballò che significa mettere insieme, collegare, paragonare; symbolon , invece, indica segno, contrassegno, tessera di riconoscimento, sembra, perciò, che la parola derivi da questi due termini.
Il simbolo indica ogni relazione di rinvio nella quale un elemento sta in luogo dell'altro (aliquid stat pro aliquo), tanto che non è sempre agevole riuscire a distinguere il significato del simbolo da quello di segno.
Le diverse teorie dei simboli oscillano tra alcune posizioni che identificano il simbolo come segno, e altre che, al contrario, sottolineano come il primo si differenzi dal secondo.  Dunque il simbolo si caratterizza dal rinvio, cioè nell'evocazione della sua parte corrispondente, "rinvia ad una determinata realtà che non è decisa dalla convenzione, ma dalla ricomposizione di un intero" (U. Galimberti,  Dizionario di Psicologia - UTET, 1994). In Grecia, era in uso spezzare in due perfette metà una tessera che veniva consegnata a chi si allontanava dalla Patria (di solito per andare in guerra). In quell'epoca i viaggi duravano diversi anni ed era possibile, perciò, che al ritorno a casa non si venisse riconosciuti, ecco che il possedere la metà della tessera che aderiva all'altra metà, svolgeva una sorta di "carta di identità" (la ricomposizione di un intero).
Il simbolo indica qualsiasi cosa la cui percezione susciti nella mente un'idea diversa da quello che è il suo immediato aspetto sensibile. L'aspetto fondamentale si trova nel riconoscimento, questo si rintraccia nel reperimento emotivo di eventi, idee, rappresentazioni, affetti, che rinviano a persone e alle relazioni tra persone. Esso è pertinente a tutti i campi del sapere: arte, psicologia, psicoanalisi, filosofia, letteratura, poesia, ricerche scientifiche.
Vanno sottolineate due caratteristiche distinte: a) nel simbolo non sussiste convenzionalità e arbitrarietà nel rapporto tra espresssione e significato; b) nel segno sì.
E si porta un altro esempio: il leone è simbolo del coraggio, la gazzella della grazia e della timidezza, la volpe dell'astuzia, ecc. tutti e tre possiedono le qualità di cui devono esprimere il significato.
Freud, sulla base del suo approccio scientifico, trattò i simboli esclusivamente dal punto di vista causale, senza porre attenzione al contenuto generale dei simboli, e come tutti gli altri contenuti della psiche inconscia, il simbolo aveva valore solo in quanto sintomo, poteva essere compreso con la tecnica delle Libere Associazioni.
Solo in seguito, e perché si sentì quasi obbligato a centrare di più l'attenzione sul significato dei simboli, rilevò che i sogni costituiscono i contenuti ideativi con immagini, ma continuò nel ricercare una connessione tra i simboli e gli oggetti sessuali.
La scoperta freudiana della simbolizzazione fu successivamente ampliata fino all'elaborazione di un sistema di interpretazione (siamo nel 1914). Per Freud si rese indispensabile un approfondimento dell'argomento, poiché divenne evidente che le componenti di molti sogni erano simboli che non potevano essere interpretati soltanto con le libere associazioni; vale a dire che il medico viennese si era reso conto che essi - simboli - non erano il risultato della distorsione da parte della censura. Soprattutto non potè evitare il riconoscimento che il simbolo non era limitato ai sogni, ma comprendeva anche altri aspetti della vita ed era di importanza generale.
In ogni caso nel simbolo era coinvolta una visualizzazione indiretta che, per di più, nel sogno era da comprendere in relazione al travestimento dei pensieri latenti. Così Freud si trovò di un fronte un dilemma: ignorare le "mute" componenti dei sogni, che andavano oltre le associazioni personali e pertanto rendono impossibile la scoperta di un significasto esauriente del sogno, oppure ampliare il metodo delle libere associazioni.
Se avesse optato per la seconda rischiava di finire in balia di un approccio arbitrario, lo stesso che aveva lui stesso criticato negli antichi interpreti. Invece egli aveva l'esigenza di interpretare il sogno con un metodo che fosse cauto e crtico, e che comprendesse soprattutto una conoscenza esauriente dei significati dei simboli.
Così si trovò nella necessità di introdurre nella interpretazione del simbolo, ma ciò complicava anche un'integrazione del principio psicoanalitico, a lungo sostenuto, di interrogare il sognatore al fine di  provocare le sue associazioni (op. cit. pag. 325). Secondo Freud, la validità dei simboli generali era basata su tre considerazioni:
>  I simboli sembrano essere "una forma di espressione antica e tramontata", una sorta di "lingua fondamentale" quindi tutti i rapporti simbolici non sono altro che residui (Introduzione alla psicoanalisi, pag. 337- vol.VIII).
>   Tra " i simboli veri e propri e la sessualità esiste una relazione particolarmente intima" (ibd, pag. 338); a questo proposito formulò l'ipotesi che il rapporto simbolico è un residuo e un contrassegno della identità di una volta. I simboli odierni, quindi, possono essere facilmente compresi come ripetizioni di relazioni equivalenti sperimentate in tempi antichi.
>   L'interpretazione dei simboli rivela un modello generale, in qualche modo legato alla figura umana; esiste una corrispondenza immutabile tra espressione verbale e oggetto sessuale. Egli affermava che tutte le cose che "una volta venivano chiamate nel medesimo modo del genitale, possono ora comparire nel sogno come suoi simboli" (ibd, pag.338). Perciò, dal momento che queste espressioni verbali avevano radici nella sessualità, ogni oggetto allungato, oblungo, denotava il pene maschile, e ogni forma cava il genitale femminile; analogamente, tutte le armi e gli strumenti stavano per ciò che è maschile, tutti gli oggetti fatti a mano, per ciò che è femminile.
L'applicazione di questo ultimo concetto creò non poche difficoltà a Freud che fu perciò costretto a supporre l' esistenza di una conoscenza inconscia (ibd pag. 337) o di idee inconsciamente connesse, ma non fu in grado di descrivere cone esse potessero comporsi nel sogno. Alla fine concepì i simboli del sogno, come pure i simboli in generale, essenzialmente come espressione di un'unica cosa, gli organi sessuali.
Dr.ssa Donatella Steck
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7 maggio 2011

Sogno                         
della tua e mia capacità
di sognare
che la forza dei nostri sogni
conduca ad un cambiamento
incredibile, inspiegabile
ma comunque reale e duraturo
(Ulrich Schaffer)                                                                                               
Il sogno nella Psicologia di Jung-Adler
                      ·        Tre scuole a confronto-schema riassuntivo -

Secondo Heinrich von Schubert, vi è nei sogni una saggezza che, in linea di massima, non è accessibile alla coscienza nello stato di veglia.
Durante il sogno, avvenimenti del passato, presente e futuro nascono e vengono rappresentati nelle immagini notturne. E’ proprio qui, in questo tempo e in questo spazio che il vero Sé interiore del sognatore trova l’opportunità di manifestarsi assumendo molteplici forme.
Le immagini sono personalizzate con tutti i simboli e gli elementi del sogno che fluiscono liberamente dalla vita del dormiente.
La mente umana è una straordinaria entità estesa e sconfinata, misteriosa e affascinante, è costantemente attiva durante il periodo di veglia, ma abbiamo visto, che anche nel corso del sonno continua ad assimilare le informazioni che sono state immagazzinate; lavora, elabora, consolida.
La nostra mente non dorme mai, non rimane inattiva, al contrario, forse è più dinamica ed attiva, più impegnata, più produttiva.
Nella lezione precedente ci siamo soffermati ad esaminare il contenuto manifesto dell’attività onirica mettendo l’accento sulla importanza di alcuni fattori strettamente legati alla realtà, a ciò sono stati analizzati tre sogni proprio per sottolineare che l’immaginario onirico risente della personalità del sognatore, delle situazioni che vive nel quotidiano e delle condizioni psicofisiche che possono condizionarlo.
Alcune ricerche sul sogno hanno potuto dimostrare che, “in realtà è la  personalità del sognatore che modella e plasma ciascuna immagine mentre crea la storia onirica” (Teresa L. De Cecco, Navigating your life with your Dreams, pag.19-21,2008).
Ciò a sottolineare che anche le modalità relazionali di un individuo si riscontrano durante la fase del sogno.
Per fare un esempio: chi ha la tendenza ad approcciarsi agli altri con espressioni aggressive, con atteggiamenti litigiosi, può facilmente avere una attività onirica dove si grida, si lotta, ci sono azioni di combattimento, ecc. di contro, un individuo più sereno, tranquillo, che ha la tendenza ad armonizzare, avrà immagini nei sogni più amabili.
Questo è solo un esempio, serve a spiegare come la nostra predisposizione ad avere una certa modalità di interazione influenza anche il nostro mondo notturno, è ovvio che stiamo parlando di tratti di personalità che possono evidenziarsi durante i nostri sogni. Non è un assoluto.
Quanto detto vale altresì per individui ansiosi – sogneranno di essere inseguiti, cercheranno di scappare da pericoli – o per coloro che hanno qualche preoccupazione sanitaria -sogneranno medici, interventi chirurgici – il soggetto spericolato sognerà di trovarsi in situazioni spericolate, ecc., insomma i nostri sogni sono anche lo specchio della nostra vita da svegli.
Le emozioni di cui non si è pienamente consapevoli nella vita quotidiana, trovano sempre la strada per manifestarsi e per rendere il sognatore cosciente di sé. Il sogno ha una funzione terapeutica.
Ho ritenuto opportuna questa “aggiunta”.
Ma il sogno non è solo questo.
Finora ci siamo avventurati, a grandi linee, nella visione freudiana del sogno, ma le grandi scuole psicoanalitiche dei primi del novecento erano tre: Freudiana, Adleriana, Junghiana, da qui poi si sono sviluppate altre scuole; del sogno in effetti si sono occupati i tre Caposcuola, le successive ricerche hanno ripreso i fili e si sono evolute, in ogni caso, partendo dalla strada tracciata dai tre ricercatori della psicologia del profondo.
Tutte e tre le scuole riconoscono che attraverso i sogni si accede a forze inconsce essenziali per il processo terapeutico. Le tre scuole, entrando nello specifico, si differenziano. Di Freud abbiamo già parlato.
Detto ciò, essendo la teoria sui sogni di Alfred Adler molto più semplice, mi è parso doveroso parlarne. Si racchiude in 10 punti perciò sarà uno sguardo veloce.

Per A. Adler i sogni sono l’espressione dello stile di vita individuale (cfr. dispense 2008-2009 La Teoria e la Psicoterapia della Psicologia sociale di A.Adler); hanno la funzione di sottolineare l’appartenenza a una comunità e nello stesso tempo di rafforzare l’autostima del sognatore. Per quanto riguarda i simboli onirici, Adler dice, che sono espressione del contesto culturale che concorre a definire lo stile di vita dell’individuo.
Per riassumere la teoria adleriana del sogno prendo lo schema proposto dallo Psicoanalista tedesco Rainer Schmidt, è condensato, ciò nonostante racchiude in maniera essenziale e chiara il lavoro e la ricerca svolti da Alfred Adler.

  • Il sogno è espressione dello stile di vita.
  • Il sogno rispecchia lo stile di vita del sognatore nel passaggio da un giorno all’altro.
  • Il significato latente nel sogno può essere interpretato alla luce di un contesto, questo comprende i ricordi della prima infanzia e deve tenere presente il comportamento complessivo dell’individuo.
  • Parlando di funzione del sogno si deve tenere conto che quella principale è di preservare l’autostima del sognatore.
  • Il sogno riassume elementi della totalità indivisibile del sognatore e la sua indissolubile integrazione nel contesto sociale.
  • Ogni elemento del sogno rispecchia la personalità del sognatore nel suo complesso.
  • I simboli che compaiono nel sogno sono espressioni del contesto culturale cui partecipa il sognatore e possono essere compresi solo in base al suo stile di vita individuale.
  • La censura non opera come rimozione di impulsi non consentiti, ma rimuove gli elementi che minacciano l’autostima.
  • Quella che Freud chiama “resistenza” consiste in realtà nell’allontanamento di pensieri che potrebbero minacciare l’autostima dell’Io.
  • Non si verifica una vera e propria rimozione. Anche il sogno ubbidisce alle regole della percezione selettiva. La coscienza non può accogliere ciò che non si adegua allo stile di vita.
Ora possiamo accedere alla teoria junghiana che conferisce ai sogni un significato esistenziale.
Il Sogno nella Psicologia di Jung
In tutti i lavori e nelle conferenze tenute, Jung non ha mai smesso di insistere su due punti fondamentali

-         nell’analisi e nell’interpretazione dei contenuti della psiche oggettiva, cioè i contenuti inconsci, è obbligatorio rinunciare ad ogni tipo di opinione preconcetta;

-         le espressioni della psiche soggettiva, cioè la coscienza, non possono essere calcolabili che in minima parte, di più, non esistono metodi di dimostrazione teorica dai quali risulti in modo incontrovertibile la necessità di un apparente legame causale.

La Psiche oggettiva è, senza eccezione, estranea alla coscienza nella quale si esprime, perciò con tanta pazienza e un lavoro da certosini, dobbiamo muoverci come quando ci troviamo tra le mani un testo frammentario “Siamo costretti ad applicare il metodo al quale si ricorre quando si tratta di leggere un testo frammentario o che contenga parole sconosciute: si analizza il contesto.” (C.G.Jung Psicologia e Alchimia pag. 47- vol.12-Boringhieri).
Così, per proseguire con il nostro esempio, comparando una serie di passi del testo nei quali si trova la parola sconosciuta, si può rintracciare un probabile significato; il contesto dei contenuti onirici è formato dalla trama e dall’ordito di quel tessuto di associazioni nel quale naturalmente si trova inserita l’espressione del sogno.
Ad evitare pericoli di suggestioni e illusioni dovute  ad alcune rapide letture di psicologia, o all’attribuzione di significati simbolici validi per tutto, varrà una regola fondamentale:
dare inizialmente per sconosciuti ogni sogno e ogni singola parte del sogno, muoversi verso un tentativo di possibile interpretazione solo dopo aver preso nota del contesto, inserire nella scrittura originale del sogno il significato trovato per tramite del contesto, vedere se in tal modo è possibile una lettura scorrevole, e se si ottiene un senso soddisfacente.
Detto ciò, dobbiamo accettare che quasi sempre il senso del sogno non corrisponde alle nostre aspettative soggettive, perché il sogno molto frequentemente dice qualcosa di diverso da quello che ci si aspetta. Va sottolineato, inoltre, che se il significato del sogno dovesse corrispondere alle aspettative, deve essere motivo di diffidenza poiché il punto di vista dell’inconscio, di regola, “è complementare o compensatorio rispetto alla coscienza, dunque inaspettatamente “diverso””.(op.cit.pag.48).
Possono esserci, dice Jung, sogni paralleli, cioè sogni il cui significato coincida con l’atteggiamento della coscienza o lo sostenga, ma sono alquanto rari.
Come già ripetuto tante volte, la psiche oggettiva (inconscia) ha una indipendenza massima e se non l’avesse non potrebbe esercitare la sua funzione peculiare, cioè la compensazione della coscienza. All’altro polo abbiamo la coscienza che è ammaestrabile come un cane pastore; cosa impensabile e impossibile per l’inconscio.
Tanto per citare una fonte autorevole, S. Agostino ringraziava il signore di non averlo reso responsabile dei propri sogni.
L’inconscio è, e rimane elemento psichico sottratto all’arbitrio soggettivo (la coscienza), è, e rimane “una parte della natura che non può venir né corretta né corrotta. E i suoi segreti possono soltanto essere intravisti, non manipolati.”. (C.G.Jung op.cit. pag.50).
In un breve saggio del 1909, scritto in francese, (vol. IV, pp.41-49) Jung sosteneva senza riserve le idee di Freud sulla funzione della censura onirica; con la separazione da Freud avvenuta 1913, avvenne una svolta nelle pubblicazioni di Jung sulla teoria dei sogni, tuttavia è difficile stabilire il momento preciso in cui il suo pensiero in materia di sogni inizia ad essere guidato da idee proprie.
Ad esempio i concetti di finalismo e di compensazione, che sono stati illuminanti per la “nostra” comprensione della psicologia di Jung, sono stati dapprima sondati in La Psicologia del sogno del 1916, questo saggio venne riveduto e ampliato, ed infine pubblicato con il titolo Considerazioni generali sulla psicologia del sogno (1928, 1940, vol. VIII, pag. 259).
Nel campo della ricerca onirica, lo psichiatra svizzero ebbe precursori di grande valore, E. Bleuler che aveva stabilito come nel sogno avessero un ruolo determinante:
Ø      l’affettività e gli affetti contrastanti
Ø      l’inibizione degli affetti in opposizione
Per quanto riguarda gli studi sui simboli invece, si rifece a  H. Silberer; la collaborazione con A. Maeder lo ha aiutato nel porre in rilievo il significato prospettico-finalistico del sogno. Infine applicando il concetto generale di Adler di funzione compensatoria, Jung poneva le premesse fondamentali della teoria compensatoria del sogno (Vol. VIII, pag.271).
Però dobbiamo andare a considerare le scoperte rivoluzionarie sull’inconscio fatte da Jung nei primi dieci anni delle sue ricerche, perché queste costituirono il vero fondamento del suo concetto di sogno. Mise in risalto che la complessità dell’analisi dei sogni è di fatto “talmente connesso con la questione dell’inconscio, che esso sussiste o cade secondo che se ne ammetta o neghi l’ipotesi.”.
Comprese che il sogno è la tipica espressione di un processo psichico inconscio e involontario, esso sogno descrive “la vera realtà interiore così come è.”.
Così quando la concezione dell’inconscio di Jung iniziò a svincolarsi  dalle idee di Freud, anche la sua psicologia dei sogni si staccò dalla teoria onirica freudiana, per seguire una sua linea di sviluppo. Infatti, man mano che procedeva in maniera autonoma, si affrancava sempre di più dalla teoria psicoanalitica, di conseguenza si rifiutava di ridurre i sogni a desideri infantili rimossi o dimenticati e, come qualsiasi altro fenomeno inconscio, il sogno poteva essere concepito come un evento diretto ad una meta, con senso e scopo propri (op. cit. pag. 257).
Secondo Jung bisognava risalire fino ai livelli arcaici della psiche per stabilire in questo modo il contatto con l’inconscio in quanto creatore di immagini, cioè con i significati originari e le immagini primordiali. Con questo approccio, Jung riusciva a gettare nuova luce sui contenuti simbolici del sogno. Ecco cosa diceva:
“Per simbolo io non intendo affatto un’allegoria o un semplice segno, ma piuttosto un’immagine, atta a designare nel modo migliore possibile la natura, oscuramente intuita, dello spirito. Un simbolo non abbraccia e non spiega, ma accenna, al di là di se stesso, a un significato ancora trascendente, inconcepibile, oscuramente intuito, che le parole del nostro attuale linguaggio non potrebbero adeguatamente esprimere.” (ibidem, pp.360-362).
In seguito la distinzione tra inconscio personale e inconscio collettivo risultò particolarmente produttiva per la comprensione del sogno.
In base a tale distinzione, il sogno poteva essere sperimentato non solo come fonte di informazione concernente i problemi personali ma anche come mezzo per rendere manifesto il contenuto del significato archetipico dello sfondo psichico. Questa scoperta aiuta a comprendere perché “l’umanità, nelle civiltà antiche, ha utilizzato sogni e visioni come fonti di conoscenza” delle segrete profondità della psiche (ibidem, pag.374). Il sogno ha una tonalità affettiva ed emotiva che si manifesta come potere costellante e come influenza che determina il carattere globale del sogno stesso.
La differenza tra Jung e Freud sta nel significato del sogno. Ambedue concepivano il sogno come formazione dotata di significato ma intesero questo “significato” in un modo fondamentalmente diverso. Infatti per Freud, il significato del sogno consisteva nella sua determinazione causale: il sogno era essenzialmente il segno di qualcosa’altro. Per Jung, invece, il sogno ha un significato simbolico. Per lui, il sogno costituiva un’unità di significato, un’espressione simbolica dell’inconscio, la cui essenza poteva essere colta solo attraverso l’interpretazione di ciò che era ancora ignoto.
In altri termini, il sogno rappresentava un simbolo e poteva essere compreso solo tramite una speciale tecnica di interpretazione. In relazione al rapporto tra sogni e coscienza, Jung distingue quattro tipi fondamentali di sogno:

Ø      Sogno di reazione. Rappresenta una reazione inconscia a una situazione conscia.
Ø      Sogno situazionale. Ha origine dal conflitto e dalle tensioni tra conscio e inconscio.
Ø      Sogno compensatorio. E’ una manifestazione della forza dell’inconscio che tende a modificare l’atteggiamento cosciente del sognatore allo scopo di raggiungere una maggiore completezza e armonia. Ha la funzione di preservare la salute e l’equilibrio personale.
Ø      Sogno collettivo o dell’inconscio collettivo. Questo merita una trattazione a parte che verrà presa in esame nella prossima lezione.

A conclusione di questa sessione vi riporto, in tabelle, le differenze in materia di teoria dei sogni, di Freud, Adler e Jung.
Preciso che non è tutta farina del mio sacco, ho riadattato lo schema proposto dal medico americano Albert S. Lyons. Altresì preciso che la fonte è tedesca e risale al 1991:Der Blick in die Zukunft.
In H. Hark Sogni colettivi-Magi Edizioni, 2005


                       
Tab. 1  Oggetto del Sogno


S. Freud
Frustrazioni che derivano da desideri inappagati che sono stati rimossi
A. Adler
Superamento di impedimenti che ostacolano l’autostima
C.G. Jung
Problemi psichici momentanei, insiti nella nostra struttura biologica e collegati all’inconscio collettivo

                          







                                         
Tab. 2 Obiettivo del Sogno

S. Freud
Esprimere i conflitti tra pulsioni inconsce e le istanze consce
A. Adler
Scandagliare i problemi contingenti e preparare le relative soluzione per l’autostima
C.G. Jung
Condurre il sognatore a un’armonia in linea con la su struttura innata. Fine e scopo teleologico

                
Tab. 3 Causa scatenante del Sogno

S. Freud

Repressione di bisogni infantili relativi al passato
A. Adler

Anticipazione di problemi futuri

C.G. Jung
Espressione dei nostri retaggi biologici

       
Tab. 4 Funzione del Sogno

S. Freud
Custode del sonno, provvede all’appagamento dei desideri e consente il prosieguo del riposo
A. Adler

Consiglia il sognatore in situazioni importanti
C.G. Jung

Guida per l’animo umano

    
Tab .5 Attività Onirica

S. Freud
Elaborazione di immagini in modo che risultino accettabili e appaganti
A. Adler

Riconoscimento delle difficoltà

C. G. Jung
Rivelazione del legame tra l’individuo e l’universo
Dr.ssa Donatella Steck
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19 maggio 2011

Il Sogno nella Psicologia di  C.G. Jung

°  I tre strati dell’inconscio collettivo
°  Inconscio collettivo
°  Simbologia,  concetto di simbolo, concetto di segno
°  Tecnica interpretativa dei sogni.

Jung ha sempre messo in evidenza la distinzione di tre strati nella psiche:

Ø      La coscienza
Ø      L’inconscio personale che consiste di tutti quei contenuti che sono divenuti inconsci perché:

·        O sono  stati dimenticati
·        O perché la coscienza si è ritirata
·        O per via della rimozione.

Ø      L’inconscio collettivo
E’ il patrimonio ereditario di possibilità rappresentative di natura non individuale ma comune a tutti gli uomini.

Inconscio collettivo

Secondo Jung la caratteristica organizzazione della psiche deve essere intimamente collegata alle condizioni ambientali. Se dalla coscienza ci possiamo attendere reazioni e fenomeni di adattamento all’ambiente – teniamo presente che la coscienza è quella parte della psiche limitata dagli avvenimenti del momento – dall’inconscio collettivo, psiche generale, universale e senza tempo, possiamo aspettarci reazioni a condizioni più vaste e più generali,  sempre presenti e che sono di natura psicologica, fisiologica e fisica.
Come il corpo con le sue particolari proprietà e caratteristiche è un sistema di funzioni di adattamento a condizioni ambientali, altrettanto la psiche deve presentare quegli organi e sistemi di funzioni che corrispondono a regolari eventi psichici
Il termine “collettivo” è usato come sostantivo nel linguaggio comune e, in questo caso, indica un sistema di relazioni, una comunità integrata in riferimento al mondo del lavoro, della politica, della religione, ecc. oppure, un’associazione tra individui legati da uno scopo comune e da valori condivisi.
Ma il termine coniato da Jung “Inconscio collettivo” descrive gli strati profondi della Psiche (anima) che legano tutta l’umanità attraverso esperienze fondanti. Sembra consistere di motivi e immagini mitologici, proiezioni  di percezioni introspettive da non confondere con le funzioni sensoriali legate ad un organo, sono in effetti una categoria di fenomeni psichici paralleli a fenomeni fisici che si succedono regolarmente.
L’Inconscio collettivo non dipende dall’esperienza personale, e non è un suo prodotto; i suoi contenuti “non sono mai stati presenti nella coscienza, non sono cioè un prodotto individuale, e devono la loro esistenza esclusivamente all’ereditarietà. L’Archetipo è correlato all’idea di inconscio collettivo e implica la presenza nella psiche di forme determinate, onnipresenti o diffuse ovunque.” (Opere, vol. IX/1).
In una sua lettera ad un corrispondente olandese, Jung sottolinea ancora una volta che non riteneva, come Freud, che l’inconscio fosse una specie di sacco vuoto, destinato a raccogliere i residui della coscienza, ma al contrario, era convintissimo che fosse “l’altra metà dell’anima viva.”
Chi si occupa di indagare i fenomeni psichici può facilmente osservare che il soggetto si trova conteso tra due tendenze opposte, vale a dire, tra il mondo esteriore – sotto il dominio delle percezioni sensoriali – e il mondo interiore –inconscio che consente di comprendere il mondo.
Ho voluto dare un brevissimo accenno all’inconscio collettivo, perché spesso nella nostra attività onirica emergono elementi che appartengono ai cosiddetti “sogni collettivi”; ci soffermeremo più avanti su questo tema.
Jung definisce il sogno “un’autorappresentazione spontanea della situazione attuale dell’inconscio espressa in forma simbolica” ed è espressione di un contesto psichico totale.
E’ una concezione che contrastata con la formula freudiana e, come ben sappiamo, dice che il sogno è appagamento di desideri inconsci inappagati.

Simbologia, concetto di simbolo, concetto di segno

Un simbolo ha a che fare, innanzitutto, con un oggetto comune, che da una parte è percettibile attraverso i sensi, ma dall’altra rinvia a qualcosa di nascosto, occulto, misterioso, a un significato e ad “un’eccedenza di significato”, a qualcosa che in un primo momento non si può cogliere. Tale oggetto non può essere separato dal significato che porta con sé.
L’etimologia della parola consente di riconoscere che il simbolo è qualcosa di composto; soltanto se è composto diventa simbolo, e quindi simbolo di qualcosa (aliquid stat pro aliquo).
Simbolon (termine greco) segno di riconoscimento; nella Grecia antica, era in uso spezzare una tavoletta di terracotta, una moneta o un anello, quando due persone, amici, familiari, fidanzati, si separavano. Nel momento in cui uno dei due – o un altro membro della famiglia – faceva ritorno, doveva mostrare la sua metà, e se questa combaciava con quella rimasta, chi la portava con sé era riconosciuto come quell’amico, o come un amico, e aveva diritto all’ospitalità.
Se pensiamo alle distanze dell’epoca, ai mezzi di trasporto (cavalli, asini, navi, a piedi) ci rendiamo conto immediatamente che i tempi di percorrenza non possono essere paragonati ai nostri (aereo, treno, la ferrari (!), navi veloci – fra qualche tempo anche il teletrasporto…), quindi trascorrevano diversi anni prima che i due possessori delle due metà potessero rincontrarsi. Immaginate i cambiamenti somatici che intervenivano? Il Simbolon era una sorta di carta d’identità ante litteram.
La riunione delle due metà (symbállein= tirare insieme, congiungere) valeva come segno di riconoscimento. Ora, come si diceva in merito alla etimologia della parola, un simbolo è qualcosa di composto, è segno visibile di una realtà ideale, invisibile.
Nel simbolo dobbiamo sempre considerare due piani diversi:

Ø      esteriore, può manifestarsi qualcosa di interiore;
Ø      visibile, può manifestarsi qualcosa di invisibile
Ø      corporeo, può manifestarsi qualcosa di spirituale
Ø      particolare, può manifestarsi il generale.

Dunque quando si cerca di interpretare un simbolo, cerchiamo la realtà invisibile sotto quella visibile e il loro modo di collegarsi. Ciononostante, ricordiamo sempre che esso esprime “un’eccedenza di significato” (Verena Kast, Immaginazione attiva,  1987, ed. RED Como).
Da ciò si evince che il simbolo e ciò che esso rappresenta, hanno un legame intimo e non possono essere separati l’uno dall’altro. Qui sta la differenza, sostanziale, rispetto al segno.
I segni, infatti, sono convenzioni stabilite attraverso le definizioni e non hanno alcuna eccedenza di significato, semplicemente sono dei sostituti.
Per fare un esempio: osservate le insegne di alcuni esercizi commerciali, una tazzina  dalla quale esce un filo di fumo, ci dice che lì c’è un bar; oppure una forchetta e un coltello incrociati, indicano i ristoranti, o ancora, una grande croce verde, indica che nei pressi c’è una  farmacia, ecc.
Il segno non è manifestazione  di un “qualcosa” nascosto ha, molto più semplicemente, una funzione sostitutiva e indica sempre un “qualcosa”. Per di più può essere modificato nel tempo e adattato ai nuovi gusti. Di contro i simboli non possono essere in alcun modo e ancora meno per convenzione perché essi, il loro significato, sono legati in modo immediato all’immagine.
Un’altra differenza sta nel fatto che il segno è comprensibile razionalmente, è utilizzato in matematica, nelle scienze naturali, nell’elaborazione delle informazioni, mentre il simbolo ha di fondo l’irrazionalità, conserva sempre un’eccedenza di significato, non è del tutto e immediatamente comprensibile, è collegato all’emozione, lo si ritrova soprattutto nella storia spirituale, nella religione, nell’arte , e via dicendo.
I simboli compaiono nei sogni, nelle fantasie, nelle immagini poetiche, nelle fiabe, nei miti, nelle creazioni artistiche, nella religione. Si formano in modo del tutto spontaneo; quando le persone sperimentano il potere dei simboli, la propria storia personale può essere ricostruita in base ad essi. Non è detto che essi sbocciano solo in luogo della psicoterapia, possono invece dischiudersi spontaneamente nelle situazioni di vita quotidiana, sta a noi prestarvi attenzione, giacché esiste anche un atteggiamento simbolizzante come attività dell’IO: è un processo attraverso il quale proiettiamo il nostro inconscio sulla realtà evidente, cioè, proiettiamo contenuti che hanno per noi un profondo significato interiore.
I simboli possono essere nostri amici, dobbiamo solo imparare a “sentirli”, non soltanto a vederli come segni, dobbiamo essere disponibili a lasciarci toccare nelle pieghe profonde sul piano emotivo; ci ripropongono anche i ricordi della nostra vita, quelli che non vorremmo mai ricordare perché ravvivano  le esperienze angosciose, o aspetti di noi non compatibili con l’immagine che ci siamo fatti (le diverse maschere, ad esempio), o aspettative andate deluse che ripropongono sentimenti aggressivi.  Per questo, quando entriamo in contatto con essi è necessario tenere in considerazione i meccanismi di difesa.
Ma pur con le tante difficoltà, se un simbolo è per noi emozionalmente significativo, canalizza il nostro interesse e vi prestiamo attenzione quando lo incontriamo nell’arte, nella letteratura, nelle leggende, ecc. ci viene naturale ripercorrere la nostra storia, e non solo quella personale, ma anche quella dell’essere umano così come lo conosciamo attraverso la mitologia.
Abbiamo detto che il linguaggio usato dai simboli sono le immagini, ebbene ogni immagine simboleggia anche un aspetto dello sviluppo a cui siamo giunti, in questa immagini, per di più, giocano un ruolo fondamentale gli atteggiamenti difensivi ma, al tempo stesso i meccanismi e le modalità relazionali.
Un concetto di fondo della psicologia junghiana è che nella psiche sia insita una tendenza a svilupparsi, ad essere in movimento, costituisce, in pratica, un sistema che si autoregola grazie al meccanismo della compensazione.
I simboli devono essere considerati quali punti cruciali della crescita psicologica, rappresentando l’elemento trainante dello sviluppo creativo nel processo di individuazione che diventa esperibile e visibile. In essi sono narrate le nostre specifiche difficoltà del momento ma pure le possibilità vitali e di sviluppo; contengono, inoltre le inibizioni dello slancio vitale, spesso derivanti dalla nostra infanzia e rievocate proprio attraverso l’attività simbolizzante.
Il simbolo non porta solo ricordi ma anche aspettative di una vita più piena e gratificante.

Interpretazione dei sogni-tecnica junghiana per fasi
Il sogno come espressione simbolica è considerato innanzitutto:

Ø      Fase 1 : una sequenza di immagini. A questo proposito, dunque, è sensato credere che il sognatore nel raccontare un sogno, lo riviva con l’immaginazione ed è utile che chi raccoglie questo racconto, veda il sogno come sequenza di immagini, anche se – va detto – tali immagini non possano essere le stesse le stesse del produttore del sogno. Vedere la sequenza di immagini consente di vivere il simbolo e l’emozione ad esso collegata.
Ø      Fase 2: in questa fase si pongono delle domande del tipo: quale sia la reazione emotiva spontanea al sogno, come ci si senta,  quale disposizione d’animo si cerchi di  comunicare. Si devono analizzare anche le situazioni non chiare, che potrebbero rinviare a rimozioni e a complessi rimossi.
Ø      Fase 3:  è la fase cui appartiene la comprensione del contesto; consiste
                       
nell’informazione, nell’associazione e nell’amplificazione

TABELLA CONFRONTO FASE 3
                     
Informazione
Associazione
Amplificazione

Legata all’idea che il sognatore vive in un mondo reale nel quale ci sono problemi da risolvere; è coinvolto in relazioni che lo costringono a confrontarsi con essi. Si analizza l’attuale situazione di vita; richiesta informazioni sulle immagini del sogno

Le associazioni sono collegate all’idea che i simboli siano luoghi di elaborazione dei complessi:aiutano a trovare i modelli relazioni complessuali richiamati dal sogno.
Scopo: suscitare emozioni, figure, luoghi, situazioni oniriche,domande relative a quali occasioni si riferisce comportamento

E’ collegata al concetto che il nucleo sia un archetipo. Si possono evidenziare analogie con sogni precedenti; anche produzione di motivi mitologici di provenienza fiabesca o altro. Analisi processo simbolico rappresentato dal sogno. Importanza dell’Io onirico in rapporto con altre immagini del sogno. Dinamica nella Psiche.



E’ essenziale verificare come nel sogno sia vissuto il corpo, base del complesso dell’IO. Infine il sogno può essere inteso come reazione inconscia – nel senso di una compensazione – a una situazione cosciente, per cui tale reazione inconscia può essere una conferma, un’evidenziazione di un contrasto o una tendenza al cambiamento dell’inconscio.  
Dr,ssa Donatella Steck
Prossimo argomento:  L'elemento Fuoco
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21 maggio 2011

                                                        I sogni collettivi- I quattro elementi
1° elemento IL FUOCO

I sogni individuali esprimono problemi ed esperienze personali, viceversa, quelli collettivi proiettano il sognatore in una dimensione “cosmica”, cioè in comunione con la natura, con il mondo circostante e con l’universo intero. Questi sogni collettivi conferiscono un senso appassionante e avvincente di appartenenza ad una realtà che trascende la nostra individualità.
Spesso, molto del contenuto di sogni collettivi, è composto di motivi e simboli fiabeschi o di elementi mitologici. Infatti nei “grandi sogni” si trovano frequentemente temi fiabeschi o leggendari che rappresentano in maniera simbolica, e mettono in evidenza, il legame esistente tra l’individuo e una realtà superiore.
I segni distintivi di sogni collettivi sono i simboli archetipici che in tutti i tempi, presso tutti i popoli e in tutte le religioni esprimono esperienze sovra individuali o manifestazioni divine. E’ il caso, per esempio, dei quattro elementi: fuoco, aria, acqua, terra.
Il simbolismo, legato a questi elementi, può variare in misura lieve da cultura a cultura, nondimeno nei tratti essenziali si riscontra una somiglianza sorprendente.
Va, infine, messo in evidenza che anche le esperienze vissute nei momenti di passaggio, mi riferisco ai diversi stadi evolutivi, sono rappresentati simboli di valenza collettiva, con particolare riferimento ai sogni di morte che possono essere rappresentazioni sia di una morte metaforica – morte interiore o cambiamento o trasformazione – sia di decesso fisico. Vorrei comunque, per il momento tralasciare questo secondo aspetto.
Sull’inconscio collettivo abbiamo già parlato e pertanto vi rimando alle dispense precedenti. Qui  sottolineiamo  un presupposto: le idee e le innovazioni spirituali non nascono solo dalla coscienza razionale, ma scaturiscono anche da rivelazioni (non nel senso teologico) dell’inconscio collettivo: gli archetipi che agiscono in tutti gli uomini come fattori ordinanti che in tutti i tempi hanno influenzato e influenzano l’evoluzione spirituale umana.
Iniziamo con il parlare dei quattro elementi che compaiono nei sogni.

Quando sogniamo uno (ma anche più di uno) dei quattro elementi, ci troviamo in presenza, di solito, di un sogno collettivo. Il valore collettivo di queste rappresentazioni, lo si fa derivare dalla funzione primaria di detti elementi; l’aria che respiriamo e la terra come ambiente nel quale viviamo, l’acqua, elemento primordiale e preponderante nel corpo umano, il fuoco, come calore, energia, movimento, le passioni, ecc.
Per questo chi si occupa di sogni tende ad affermare che l’apparizione dei quattro elementi nei sogni, indica di volta in volta, l’aspetto o la funzione della nostra psiche con cui ci confrontiamo in un determinato momento.
I sogni, nei quali sono presenti, il fuoco, l’aria, la terra, l’acqua, fanno affiorare diversi stati d’animo, energie, forze, sentimenti, emozioni; acquisiscono un significato fondamentale per la nostra vita e il rapporto con il mondo materiale.

Il Fuoco, è metafora dell’impeto delle nostre emozioni, il fuoco è l’elemento dinamico; Il fuoco rappresenta la forza profonda che permette l'unione dei contrari e l'ascensione alla sublimazione, è il motore della rigenerazione periodica della natura. La vita animica, il potere creativo, la gagliardia animale e istintiva sono le forme essenziali della potenza dell’elemento fuoco.
Numerosi sono i simboli collegati al fuoco (e all’acqua), e sono dotati di una particolare potenza onirica, espressione con cui sono definite tutte le energie psichiche, vitali, percepite da tutti gli esseri umani grazie alle manifestazioni degli elementi fuoco e acqua.
Beninteso, non vanno trascurate le esperienze individuali, se si vuole una comprensione profonda e non superficiale dei sogni.
Così, ad esempio, chi ha vissuto la potenza distruttiva del fuoco (la casa in fiamme, ustioni sul proprio corpo, intossicazione da fumo, ecc), assocerà sentimenti di paura, di contro chi ha sperimentato momenti piacevoli intorno ad un fuoco, davanti ad un camino con ceppi di legno che bruciano restituendo calore e benessere, mentre fuori tira un vento gelido, assocerà immagini e sentimenti positivi, romantici, ecc.
Lo Spirito, fuoco interiore nell'uomo è nello stesso tempo conoscenza penetrante dell'intelletto individuale, è illuminazione o distruzione dell'involucro. Si parla del Fuoco della conoscenza.
Senza l’elemento fuoco, senza la luce tutto sarebbe oscurità, immobilità. Il suo simbolismo è polivalente. In tutte le culture, il fuoco è immagine del sole, della vita.
Si dice dei fuochi del mondo terreno, del mondo intermedio e celestiale, il fuoco comune, il fulmine, i fuochi materiali usati per l’eliminazione di materie e scorie.
E’ il fuoco che Prometeo rubò in Cielo, quello che Vulcano adoperava per fabbricare i fulmini di Giove e le armi degli dei, la cintura di Venere, il trono d'oro del Sovrano dei Cieli,  E’ il Fuoco alchemico che brucia senza spegnersi, il fuoco spirituale, è il roveto di Mosé, ecc.
Il Fuoco di per sé ha le tendenze impetuose dell'energia maschia, incita alla collera e sarebbe portatore di distruzione, se non fosse moderato dagli altri Elementi combinati.
La forza del fuoco è forza ascensionale, si oppone all’elemento Acqua che scorre verso il basso andando a riempire tutti gli spazi vuoti o cavi, rinsalda con la sua forza ciò che il fuoco ha dilatato. La sua azione (acqua) è centripeta in opposizione a quella centrifuga del fuoco, non si eleva in senso verticale, ma orizzontalmente e tende al riposo, alla calma, alla passività (accostamento al femminile).
Il fuoco brucia e consuma, nello stesso tempo è simbolo di purificazione e di rigenerazione. Rappresenta la purificazione attraverso la comprensione cosciente, nella forma più spirituale, attraverso la luce e la verità.
I Filosofi Siriani e Caldei erano soprannominati i filosofi del fuoco. Essi avevano per questo elemento un rispetto che sembrava essere una specie di culto, del quale del resto si trovano tracce in tutta la mitologia e poesia dell'Asia e dell'Europa. Senza dimenticare gli altri popoli.
E’ quello che si dice “fuoco ermetico e filosofale” artefice straordinario della metamorfosi più singolare della phisis, taumaturgo potente, unico agente capace di compiere la trasmutazione dei metalli,  ebbene, questo fuoco non è altro che l'energia che penetra tutto, che anima tutti i corpi fisici, e che quei filosofi consideravano come il più straordinario dei poteri occulti della natura. Essi dicevano che questo fuoco, generatore del fuoco Ordinario che produce la luce e la fiamma, è essenza Universale, visibile e sensibile - UNIVERSALE perché l'energia è l'anima del mondo che essa vivifica; Visibile nel suo terzo sviluppo: il calore.
La creatività del fuoco amorevolmente orientato, segna il passo più importante dell'umano nello Spirito Sapiente del Cosmo e allontana sempre più l'Uomo (e la Donna) dalla condizione animale.
Nel suo aspetto negativo questa energia oscura le menti e soffoca con il fumo la luce dell'intelletto, brucia la gioia della vitalità di Vita, divora passioni animali, distrugge la coscienza, separa: Cosmo e Natura, Uomo e Donna, e conduce al fuoco eliminatore delle passioni, alla punizione, e la società alla guerra.
L'elemento fuoco è rappresentato dall'Io, il suo calore forgia la personalità dell’individuo il suo aspetto, la sua apparenza fisica, lo stato mentale, le disposizioni e le sue tendenze istintuali. Indirizza la mente all’atto e all’azione psichica, modella l’individualità, lo sviluppo della personalità; conduce lo spermatozoo, promuove l’avvio delle situazioni, il principio delle cose, la reazione, la causa.
L' elemento fuoco simboleggia fondamentalmente il calore, la secchezza, il movimento rapido e l'estrema leggerezza e rarefazione. E’ considerato manifestazione delle qualità del caldo: espansione, movimento che tende a proiettarsi verso l'esterno e del secco: asciuga, assottiglia.
Questo fondamentale elemento, è principio di trasformazione perché il calore che sprigiona dilata le forme e le modifica;  nella sua essenza ambivalente  riscontriamo le due polarità opposte: elemento di salvezza che purifica, rigenera ed anima il ”fuoco interiore", se fuori controllo, è totalmente distruttore e divorante, come le passioni o la violenza.
Esso simboleggia la nascita, la creazione che dà origine ad un nuovo impulso di vita.
Un temperamento bilioso corrisponde all'elemento Fuoco, è indicativo di un individuo dalla personalità attiva, dinamica, dalle mille passioni, autoritaria, che prende l'iniziativa e tiene moltissimo alla sua indipendenza. Ma se l'individualismo è troppo spiccato, si può arrivare a vero e proprio dispotismo mentre le qualità di coraggio e di creazione, se prive di controllo, possono degenerare in violenza e distruzione.

Per Freud il fuoco nei sogni è essenzialmente risveglio della libido e delle sue manifestazioni fisiche, rappresenta la forza delle pulsioni istintive passione amorosa, attrazione sessuale, rabbia “bruciante”, aggressività esplosiva, mentre per Jung sognare il fuoco è un’immagine archetipica dell’energia psichica legata allo spirito o all’amore. G. Bachelard nel suo testo “Psicoanalisi del fuoco” ne individua il profondo legame con l’amore, e vede nello “strofinamento”, prima tecnica per ottenerlo, una immagine simbolica del rapporto sessuale.
il simbolo del fuoco in sogno può venir fuori sotto forma di legna  che arde, di una casa in fiamme, pioggia di fuoco, bruciarsi, fuoco nel camino, vulcano spento o in eruzione, toccare il fuoco senza provare dolore, alberi in fiamme, accensione di un grande o piccolo fuoco, fuoco spento, ecc.
Si manifesta in molti modi che ci aiutano a comprenderne la potenza simbolica. Il fuoco può scaldarci, affascinarci  o può innescare dolorosi processi di trasformazione.
Dr.ssa Donatella Steck
Prossimo argomento: 2 elemento - Acqua

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28 maggio 2011
 Sogni collettivi: 2 elemento l'Acqua


Gli argomenti trattati possono affascinare, ma ricordate che ogni sogno fa parte di un insieme e, come quando sfogliamo le pagine di un libro, va letto tenendo presente tutti gli elementi che ne costituiscono la trama.
Ma soprattutto non si deve commettere l’errore di prenderne solo una parte e interpretarlo come un tutto. L’attività onirica non è mai slegata dalla storia del sognatore, dagli avvenimenti che ha vissuto in precedenza e da quelli che si prepara a vivere, dall’immagine che ha di se stesso, ecc.
Dei quattro elementi l'Acqua è quella che compare con più frequenza nei sogni. E' preziosa e fondamentale, il nostro pianeta ne è coperto, il nostro corpo ne è composto, nell'acqua brulica e germina ogni forma di vita.
Pensate che una persona di 70 kg. è composta per circa il 60% di acqua, di cui 36 litri nelle cellule, 10,5 litri nei liquidi intestinali, 3,5 litri nel plasma sanguigno. Per questo i medici consigliano di bere tanto…dobbiamo favorire il ricambio per mantenere l’equilibrio idrico corporeo (Zucconi sul valore terapeutico dell’acqua).
Acqua terapeutica. Acqua termale, Acqua che cura (si fa risalire a Esculapio; i sacerdoti medici che  si rifacevano al culto di Esculapio, consigliavano per la purificazione del sangue, acque tiepide riscaldate dai raggi del sole, “per almeno un mese l’anno” per  aumentare le difese dell’organismo); Talete di Mileto sosteneva che l’Acqua fosse il principio di tutte le cose.
Ritenuta fondamentale, l’acqua si carica di molteplici simbolismi in tutte le culture, le religioni, le filosofie.
Poiché da sempre ha avuto anche un ruolo terapeutico, magico e miracolistico, l’acqua è ugualmente elemento aggregante dei popoli, infatti nella tradizione popolare, la frequentazione delle sorgenti e delle fontane ritenute medicamentose non è mai venuta meno fino ai nostri giorni.
La sacralità delle sorgenti si perde nella notte dei tempi, e se la tradizione pagana le associava alle ninfe, quella cristiana le ha accostate in particolare a Sant'Agnese o alla Vergine Maria e nelle loro vicinanze ha edificato cappelle e santuari, organizzandovi processioni con relative immersioni di fedeli. L'esempio probabilmente più noto è rappresentato dall'apparizione della Vergine a Lourdes, avvenuta, appunto, in una fontana. L'acqua che guarisce i corpi e purifica l'anima.
Ma l'acqua è anche fonte di avversione e di pregiudizi, sia di natura sessuale sia igienico-sanitaria. Non è raro trovare, ad esempio, nella tradizione letteraria e popolare dei secoli scorsi, il sesso femminile accostato all'immagine della palude, definito putrido e mortalissimo, oppure gorgo senza fondo, e per questo temibile e pericoloso.
Nell' acqua si è compiuta l'evoluzione umana ed il suo simbolismo è presente nelle cosmologie dei popoli più diversi in tutta la terra. Abluzioni rituali, diluvio universale, purificazione e distruzione attraverso l'acqua, sono temi che nei miti ritornano a confermarne il grande valore simbolico.
           
In numerose tradizioni religiose un'amorfa estensione d'acqua precede l'esistenza delle molteplici sostanze che riempiono l'universo, quasi che tutte le forme non siano altro che la manifestazione di un liquido primordiale. La Genesi ci mostra lo Spirito di Dio che, prima della creazione, aleggia sulle acque (Genesi, 1, 2); gli antichi Greci vedono nell'Oceano l'origine degli dèi e di tutte le creature (R. Graves, Miti greci p. 24); nel poema babilonese della creazione, Enuma Elish, tutto deriva dall'unione di Apsu, l'Oceano d'acqua dolce, e di Tiamat, il mare salato popolato da mostri (E. Bianchi, p. 32, citato da C. Clerici, p. 11); nei Veda, i più antichi testi sacri dell'induismo, leggiamo che al principio di tutto sta una distesa d'acqua senza luce (Rg Veda, X, 129, 3).  In un mito induista compare un'immagine della realtà come magica conseguenza di un sogno dell'acqua (da G.Bossi:  Il simbolismo dell’acqua tra immaginario di viaggio e dimensione del sacro -2007)
L'acqua è un vapore condensato, un cielo coagulato, un'aria spessa, una terra fluida; l'acqua richiama metaforicamente il flusso delle rinascite, essa è connessa simbolicamente all'ouroboros, il serpente che si morde la coda; è interessante notare come nel simbolismo dell’ouroboros il contatto della bocca con la coda, possa presentare un significato ambivalente. Alla prima impressione, sembra che il rettile si stia mangiando le estremità inferiori, ma nulla vieta di pensare che, al contrario, stia fecondandosi la coda ed il corpo stesso.
Nei sogni l'acqua viene identificata sia con l'energia materna ed accogliente per il primo contatto dell'essere umano con il liquido amniotico, sia con l'inconscio e le sue profondità, sia con la spiritualità e le emozioni.      
Le immagini e l'aspetto dell'acqua, il suo essere torbida o limpida, il suo presentarsi calma e tranquilla o agitata e violenta, saranno gli aspetti da considerare per la comprensione del sogno, uniti alle sensazioni che la vista di questo elemento provoca nel sognatore.      .
In genere acque pulite e trasparenti in cui il sognatore è immerso, sono da collegarsi a chiarezza nelle situazioni, possibilità di "vederci chiaro", benessere ed equilibrio nell'espressione delle emozioni. Al contrario, acqua stagnante o fangosa, può essere sintomo di un disagio, sentirsi al cospetto di qualcosa di incomprensibile o di  non gestibile.
Nuotare con fatica, controcorrente, o con facilità e piacere daranno utili indicazioni sul modo in cui si affrontano determinate situazioni, o su un problema che si deve superare. L'aspetto di bagno purificante e risanatore dell'acqua, andrà a collegarsi al bisogno inconscio di cambiamento: parti vecchie, abitudini obsolete che devono essere "lavate via ", eliminate dalla forza e dalla vitalità dell'elemento primordiale in una purificazione, morte e rinascita che nel simbolo si fondono. Bachelard nel suo bellissimo "Psicoanalisi del acque" ( Red Ed. 1992) ha rilevato: “Ci si tuffa nell'acqua per rinascere rinnovati."      
Acqua carica di energia latente, bellissima e pericolosa è di solito associata al mondo emotivo, allo straripare e  al dilagare di questo, al timore o all'attrazione che l'espressione e/o il contatto con le emozioni provoca. L'acqua rimanderà allora ad un bisogno di contenimento, ad una più opportuna modalità di espressione o sarà sintomo di emotività che prende il sopravvento o che sta agendo in qualche aspetto della vita del sognatore.        
Acqua corrente nei sogni sarà legata al flusso della vita, al tempo, al divenire; acqua sorgiva allo scaturire di vitalità e forza, alla presenza di energie inconsce; acqua che cade dal cielo infine, potrà orientare il sogno verso un aspetto prettamente spirituale.
C'è chi associa i tipi psicologici agli elementi primordiali: acqua, aria, terra e fuoco. Bachelard lo fa, utilizzando il linguaggio letterario, la narrazione poetica, che egli attribuisce allo stato di réverie che si prova quando si sogna. Egli afferma: "Crediamo, infatti, che nel regno dell'immaginazione sia possibile stabilire una legge dei quattro elementi che classifichi le diverse immaginazioni materiali secondo che esse si riferiscano al fuoco, all'aria, all'acqua o alla terra". ( Psicoanalisi delle acque-pag.10).
Dice Foucault, a sostegno della "dimensione propriamente immaginaria" del sogno : "Eppure non è indifferente che una certa immagine dia corpo a un certo significato, che la sessualità sia acqua o fuoco, che il padre sia un demone delle profondità della terra, o potenza solare; è importante che l'immagine abbia poteri dinamici suoi propri”.

Non ci sembra banale affermare che ognuno di noi ha un elemento primordiale che ricorre nei sogni. Molte persone fanno sogni in cui l'acqua è un elemento distintivo. Dunque, che cosa rappresenta l'acqua?
Afferma Jung: "Da un punto di vista psicologico l'acqua è lo spirito divenuto inconscio". (La dinamica dell’Inconscio).
Aeppli afferma: "L’Acqua è anzitutto un simbolo dell’inconscio; come questo, ha origine nell’oscurità. Sgorga dal seno della terra o della roccia ascosa. Come l’energia inconscia, attraversa i paesaggi dell’anima con piccoli e grandi corsi d’acqua; divenuta oceano si estende all’infinito". (E. Aeppli I sogni e la loro interpretazione- p. 191-1963).
Hillman, dal canto suo, afferma che entrare nelle acque fa allentare la presa sulle cose, e ci consente di mollare là dove ci si teneva aggrappati. Le "acque" nelle quali ci si immerge possono essere come un nuovo ambiente o un nuovo corpo di dottrina, che ci avvolge e che ci può sostenere, ma anche risucchiare nelle sue profondità. Può essere anche come una nuova relazione sessuale in cui il corpo nudo è immerso, un fiume che trasporta scorrendo via veloce (Poseidone era un fiume e un cavallo), o sul quale si può galleggiare con la sensazione di un sostegno profondo e mobile.
L'acqua è strettamente legata all'origine stessa dell'esistenza, al corso della vita e della morte. Mircea Eliade asserisce che in qualsiasi ambito religioso la ritroviamo, l'acqua conserva sempre la sua funzione, in quanto disintegra, annulla le forme, monda dal peccato, è al tempo stesso è purificatrice e generatrice. L'acqua, quindi, come vita e come morte.
 L'acqua può essere una forza tremendamente distruttiva, se suscitata da una tempesta o quando un fiume in piena rompe gli argini; perciò può essere l'espressione simbolica dell'orrore e del caos, ma anche del benessere e della pace.

Prendiamo ancora una volta le parole di Aeppli: "Simbolo dell’inconscio, l’acqua può presentarsi, proprio come nella realtà, sotto l’aspetto di un elemento pericoloso quando oltrepassa i suoi limiti, quando l’equilibrio degli elementi è rotto. Essa per esempio copre la camera del sogno fino all’altezza delle ginocchia: il sognatore corre il pericolo di venire allagato dall’inconscio. Un allagamento del genere può estendersi, invadere tutto il nostro paesaggio psichico. Dovunque un sentimento è diventato troppo potente, il suo eccesso e il suo carattere pericoloso possono essere raffigurati dall’allagamento. Diluvi di questo genere esistono e l’arca dello spirito può ritenersi fortunata di potersi rifugiare in qualche posto fintanto che le acque dell’inconscio abbiano riguadagnato le loro profondità. Importanti, o meno, questi sogni indicano sempre un pericolo" (ibidem p. 192).
L’acqua, nelle immagini oniriche, può essere quella del caos, o quella del diluvio.
Vediamo di spiegare con degli esempi: parlando di caos è necessario non dimenticare che non vi può essere nessuna  vera trasformazione creativa di sé se non si attraversa l’esperienza del caos: questo è il rischio che va affrontato ed a qualsiasi prezzo. Nel diluvio, bisogna avere costantemente presente che, in questo caso, vi può essere una parte della psiche che deve imparare a sopravvivere per  dare l’avvio ad un nuovo inizio alla propria esistenza incamminandosi verso il processo di individuazione. Altro esempio per spiegare il processo di trasformazione:
L’esperienza di Giona nel ventre della balena è la tipica dimostrazione, spesso utilizzata dagli addetti ai lavori, dei processi di trasformazione e di individuazione che sono il paradigma di un processo umano destinato a ripetersi. "Mi gettasti nella voragine, nel cuore dei mari, fiumane mi circondarono, tutti i Tuoi flutti e le Tue onde passarono su di me... Le acque mi circondarono fino a morirne, l’abisso mi accerchiò" (Giona 2°, 6).
Come nel caso di Giona, nei sogni l’acqua è, tal volta, proprio un elemento di furia cosmica terrificante, distruttrice. La psiche può resistere e superare la prova, ma può anche essere sopraffatta e sommersa, sia pure transitoriamente.
Ma l’acqua può presentarsi in numerosissime altre immagini. Così, vi è la sorgente d’acqua viva, la fontana risanatrice, lo scaturire di uno zampillo con proprietà speciali. Oppure il viaggio sul mare, che esprime l’impresa densa di incognite di colui che prende contatto con il proprio inconscio: un viaggio che non si sa, il più delle volte, ove porti. Ma talora è il vento (aria) stesso a imporre la direzione e se teniamo presente che, nel linguaggio inconscio, spirituale, del Sé, vento e spirito sono una unica parola, il significato di questa immagine ci è chiaro, senza ulteriori spiegazioni.
Le esperienze, positive o negative con l’acqua, vengono immagazzinate nella memoria dell’inconscio e possono riemergere nel momento in cui sono richiamate da stimoli psichici attuali, presentantisi sotto forma di immagini oniriche.
La visione dell’acqua nei sogni ci mette in contatto con l’intimo scorrere delle nostre energie vitali.
Benché associata al flusso del sangue nelle vene, pure dobbiamo mettere in risalto che questo è impercettibile per noi, al contrario, non possiamo dire la stessa cosa quando parliamo dell’acqua che scorre; immediatamente, quando compare nei sogni, essa ci fa percepire lo scorrere delle nostre energie psichiche.
Nei sogni il contatto con l’acqua ci proietta in un’altra dimensione e ciò fa sì che la nostra coscienza si espanda fino ad attingere quelle energie che di solito sono inutilizzate, ma che sono fondamentali nel processo di crescita e di “guarigione”. Non a caso talvolta capita di sognare di immergersi presso una sorgente da cui sgorga acqua purissima, se non addirittura di berla. (per ulteriori approfondimenti si rimanda alle lezioni del 2009-2010).

Qui di seguito riporto il sogno di una donna di 42 anni che immaginò di immergersi in un recipiente pieno d’acqua in una chiesa.
Non è un sogno che appartiene alla mia raccolta, bensì è tratto dalla raccolta di H. Hark che a lungo si è occupato di sogni collettivi. E’ ripreso da un suo seminario.

Non credo sia superfluo sottolineare che questo materiale è riservato; è stato portato in un seminario tenuto dal Prof. Hark ed è coperto da copyright. Perciò nessuna divulgazione che non preveda la presenza o la consulenza di esperti, per cortesia. Come richiesto dall’autore, così lo riporto.
L’Interpretazione proveremo a farla in classe come momento pratico.

Mi avvicino a una fontana di pietra in stile romanico, decorata con varie figure umane scolpite. Osservando meglio noto che queste statue sono vive, e tra loro vedo anche i miei due figli: La fontana è in realtà una fonte battesimale e si trova in una chiesa poco illuminata. I bambini ed io ci immergiamo, malgrado la mia esitazione iniziale. Quando mi rialzo mi accorgo di avere lunghi capelli color miele, come quando ero piccola. Ne utilizzo una ciocca per asciugarmi. Poi mi pettino. I capelli sono lunghi fino a terra e mi sembrano molto belli.”.

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15 giugno 2011
Sogni collettivi: 3 Elemento La Terra

La Terra, elemento di tutta la natura, manifestazione nei tre regni: minerale, vegetale ed animale. E' considerata da molte tradizioni come il più sacro e divino tra gli elementi.
Fertile e creativa, nutriente e rigogliosa, racchiude in sé immagini poetiche di grembo accogliente e terreno materno, dimora della vita che amorevolmente nutre; rimanda altresì anche ad immagini più "pratiche", più concrete della  costanza, della pazienza, della forza, dell'attesa, del tempo ciclico, del ritmo.  La Terra è al tempo stesso mater nutriens ed è anche concreta, solida pratica e potente.
Nelle culture di stampo matriarcale, è il principio femminile per antonomasia, la Grande Madre che si apre al fecondo cielo, è Gea stretta nell'abbracio di Ouranos dal quale verrà fecondata. Nelle sue viscere profonde accoglie e trasforma il seme del dio, seme al quale la Madre dà potenza. E' perciò dotata di potenza magica.
Materia contrapposta allo spirito è, nel medesimo tempo, indispensabile all'equilibrio dell'universo stesso. Come in ogni cultura antica di stampo naturale, l'uomo è sempre stato ritenuto parte integrante di questo universo, uno dei tanti figli della terra stessa, una particella inserita in un contesto più ampio.
Però con il costituirsi delle culture antropocentriche, la Natura, la Madre Terra, è stata depredata e ferita nella sua sacralità: l'uomo si è trasformato nel predatore, nel saccheggiatore, nel padrone assoluto di tutte le realtà presenti: animali, boschi, alberi, acque e la stessa terra, con effetti le cui gravi conseguenze si riflettono inevitabilmente sull'uomo stesso.
Terremoti, uragani, trombe d'aria, eruzioni vulcaniche, tzunami, acque in quinate, piogge acide, aria irrespirabile, ghiacciai che si sciolgono, animali in via di estinzione, moria di api, persino il suicidio di merli (in America), ecc.
Le Grandi Dee Madri, venerate sin dalla preistoria, impersonano la vita universale associata alla madre terra e comprendono sia l'aspetto che protegge, riscalda e nutre, sia quello che distrugge, inghiotte, scompone, travolge, pietrifica. L'uomo seppellisce da sempre i suoi morti in questa Mater affiché nella sua opera di macerazione dei corpi possa rigenerarli e farli rinascere ancora.
Nelle grandi mitologie, la Terra si contrappone al Cielo o ne è la sposa. Sostanza compatta che contrasta e si unisce allo  spirito sottile.
Nella Genesi, Adamo (che in ebraico è adamat che vuol dire terra) è formato dalla "polvere della terra" , è animato da "un alito vitale " che Jahweh gli soffia nelle narici. Egli, però, tornerà alla terra da cui è tratto: "sei polvere e polvere tornerai".  Anche nel Corano si dice che "Allah creò l'uomo con l'argilla".
In una leggenda che vede Prometeo protagonista, si narra che il Titano formò l'uomo con la terra prima di rubare il fuoco agli dei del cielo (rubare il fuoco corrisponde alla presa di coscienza dello spirito attraverso la materia); da qui l'analogia Terra=corpo fisico materiale, animato psicologicamente dalla Psiche (alito, soffio vitale, anima, spirito).
Materia e Psiche hanno reciprocamente bisogno l'una dell'altra per diventare creativi. Recita un proverbio cinese: "Uno sculture non può fare a meno dell'argilla. La natura da sola non può dare bellezza. Solo lo Spirito, come il fior di loto, può elevarsi al di sopra del fango della materia".
La materia è sempre raffigurata dal suolo, mentre le forze spirituali nascoste nella terra sono simboleggiate nei miti e nelle leggende da gnomi (termine di derivazione greca: gnome= intelligenza, che a sua volta deriva da gnosis=conoscenza), da dattili (anche questo di derivazione greca: daktylos=dito. Una leggenda racconta che Rea presa dai forti dolori durante il parto di Zeus, comprimesse con forza il proprio ventre con le dita di entrambe le mani dando vita ai dattili, cinque della mano sinistra maschi e cinque della mano destra femmine), da nani custodi delle ricchezze della terra, da pollicini che rinviano a immagini di ispirazione fallica, probabilemnte per il cappuccio a forma di prepuzio. Questi spiritelli, talvolta simpatici e talvolta terribilmente fastidiosi e dispettosi, irrascibili e irosi (cfr Fiaba n. 161 dei fratelli Grimm Biancaneve e Rosarossa) sfruttano le ricchezze della terra (miniere, tesori, giacimenti preziosi..), talvolta invece corrono in aiuto degli eroi e delle eroine, smarriti in mezzo alla natura, essi sono  lo spirito stesso della natura.
Con le sue profondità oscure e ignote, la terra diventa simbolo dell'inconscio che viene, però, vissuto come madre del conscio cioè come colei che trattiene i segreti della vita.
Quando sogniano entriamo in una dimensione temporale in cui l'ordine, a cui il nostro intelletto soggiace, è sovvertito. I Greci distinguevano quattro tipologie di tempo: kronos, aion, kairos ( tempi delle azioni che vanno compiute anche tempestivamente) e  sincrono (ciò che avviene si fa nello stesso tempo).
Per motivi di spazio e di "tempo", mi soffermerò solo sulle prime due.
Kronos è il tempo dell'accadere quotidiano, del "qui ed ora", del prosaico avvicendarsi degli eventi della nostra vita;
Aion è il tempo degli dei, il tempo in cui il divino, il luminoso, l'eterno fa irruzione nelle nostre vite.
Sono pochi i momenti della vita che ognuno di noi può interamente ascrivere all'aion, quei pochi istanti eccezionali in cui veniamno messi a confronto con il mito o i miti che governano le nostre vite. Esempio: vivono nell' Aion  i personaggi dei miti e anche, in epoca moderna, i personaggi dei fumetti. Questo è il tempo che è più vicino al sogno e alla visionarietà. E' questo il tempo nel quale ognuno di noi può attingere alle immagini simboliche che avvicinano al Sé. Sono quelle immagini che di solito fanno la loro comparsa nei nostri sogni, in un tempo che non può essere definito Kronos perché ci troviamo nel tempo Aion, esse si esprimono in modo simbolico, energico, solido, compatto, sottile, sono le visioni dei grandi visionari, è vero, ma appartengono anche a noi. Per attingere a questo pozzo pieno di tesori ciascuno di noi deve, temporaneamente, rinunciare alla sua parte razionale, al suo essere immerso nel tempo ciclico dell'accadere, in definitiva a tutte le sue sicurezze.
Dr.ssa Donatella Steck
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