domenica 13 ottobre 2013

Psicosomatica-Lo Stress


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Uno Sguardo allo Stress


 Lo Stress rappresenta una intensa risposta psicofisica da parte di tutto l'organismo di fronte a richieste, sia mentali che fisiologiche, soggettivamente eccessive (questo in quanto la risposta di Stress dipende dalla personale valutazione interna rispetto allo specifico stimolo-situazione).
Quando arriva lo Stress si ha, allora, uno stato di "esaurimento psicofisico" dovuto ad una situazione di cambiamento che ha reso necessario un grande dispendio adattivo, sia a livello fisico che psicologico. E’ una risposta connaturata in ogni individuo, una reazione di adattamento  psichico-fisico  a modificazioni e/o cambiamenti interni/esterni.

Questa risposta può essere "acuta", nel caso in cui si verifichi in uno spazio temporale abbastanza limitato ed una sola volta, oppure "cronica", cioè quando essa si presenta in un arco di tempo lungo ed in modo continuato.

E' opportuno precisare che lo Stress può anche risultare utile e funzionale per superare ad esempio, difficoltà nel breve periodo: conosciuto come "Stress buono" in psicologia viene definito "Eustress"; può però, divenire pericoloso e dannoso se eccessivamente prolungato nel tempo: in tal caso si definisce, “Stress cattivo" e secondo le teorie psicologiche "Distress").

Perciò, lo Stress non va sempre considerato negativamente, ma, se breve e non intenso, è vitale e funzionale al miglioramento adattivo in senso biologico, mentale e caratteriale. Invece, nei casi in cui esso risulta essere spossante e prolungato, e induce una seria disfunzione nelle dinamiche interne ed esterne dell’individuo, allora può mutarsi in  una seria patologia dalla quale possono poi derivare vari altri disturbi psicofisici.
L’Eustress, in tal caso risulta essere una risposta psicofisiologica sana poiché rappresenta la risposta di attivazione-reazione che ogni essere umano possiede naturalmente: corrisponde alla capacità di adattarsi a situazioni sfavorevoli, attraverso meccanismi bio-psico-fisiologici di reazione-azione che cercano di compensare e riequilibrare le normali e funzionali dinamiche biologiche e mentali. 

Quando però i fattori di stress sono eccessivi e/o troppo prolungati la persona esaurisce le riserve di energia utili per le reazioni di adattamento, recupero e riequilibrio, finendo per imbattersi in una serie di disagi psichici e fisici e, gradualmente, in veri e propri disturbi con sintomi seriamente disfunzionali nelle diverse sfere della vita della persona.

 Se invece i fattori di stress sono così forti da rendere la risposta adattiva molto intensa e prolungata, allora la persona può andare incontro ad un esaurimento psicofisico, con la comparsa di sintomi mentali e fisiologici negativi. In questo caso si parla di "Stress cattivo" o di "Distress" (si parla anche di disturbi dell’Adattamento), ovvero di una situazione che se permane può comportare delle vere e proprie patologie psicofisiche.

In tal modo, quando lo Stress risulta essere eccessivamente forte e prolungato, e induce considerevoli e sempre maggiori disagi e disfunzionalità nell'individuo e nelle diverse aree della sua vita (sociale, familiare, scolastica, lavorativa, relazionale, personale, etc.), allora lo Stress si correla e trasla in uno o più disturbi psicofisici. 
Si realizza così una sorta di processo stressogeno (definito anche come "Sindrome generale di adattamento") nel quale le componenti psicologiche e fisiche attraversano tre fasi:

1. allarme-attivazione;

2. resistenza-adattamento;

3. esaurimento-comparsa di problemi psicofisici.

Nella persona è sempre presente una naturale ed istintiva capacità di adattamento di fronte alle avversità e ai mutamenti più diversi, grazie a specifici meccanismi di reazione-azione con i quali essa riequilibra i normali livelli organici e le funzionali dinamiche sia biologiche che mentali.

Quando però, gli Agenti stressanti divengono eccessivi e/o troppo prolungati, vengono esaurite le riserve di energia utili per le azioni di adattamento, recupero e riequilibrio, ed una serie di problemi, e poi disturbi, si manifestano gradualmente in tutta la loro gravità. 
I Disturbi da Stress (o dell'Adattamento) sono caratterizzati dallo sviluppo di sintomi psico-emotivi, comportamentali e fisici in risposta a specifici e ben identificabili fattori stressanti entro tre mesi dalla loro comparsa.
Proprio come suggerisce il loro nome, in tali Disturbi la persona non riesce ad "adattarsi" ai fattori di stress, finendo per somatizzarli.

I Disturbi da Stress (o dell'Adattamento) vengono solitamente classificati sulla base della tipologia predominante di sintomi presente; in tal modo si possono distinguere: 

> Disturbo da Stress (o dell'Adattamento) con umore depresso;

> Disturbo da Stress (o dell'Adattamento) con ansia;

> Disturbo da Stress (o dell’Adattamento)con ansia e umore depresso;

> Disturbo da Stress (o dell'Adattamento) con alterazione della condotta;

> Disturbo da Stress (o dell'Adattamento) con alterazione dell'emotività e della condotta.

Solitamente eventi e/o periodi più o meno lunghi di Stress derivano da più fattori definiti anche "Agenti stressanti" o "Stressors": ritmi sempre più frenetici, contraccolpi o cambiamenti repentini nelle aree vitali principali (sociale, familiare, scolastica, lavorativa, relazionale, personale, etc.) come ad esempio la morte di un caro, il pensionamento, il divorzio, la perdita del lavoro, la fine di una storia d'amore o d'amicizia, una grave malattia, ecc.

 Paradossalmente, anche situazioni e cambiamenti positivi possono risultare eccessivamente e dannosamente stressanti; ne sono esempi concreti il matrimonio, la nascita di un figlio, una promozione e altri ancora.

Non va trascurata una sottolineatura importante:  l'abuso di alcol, tabacco e/o ulteriori sostanze psicoattive sono comportamenti che inducono Stress cattivo e possono progredire in vere e proprie Dipendenze e/o correlarsi agli eventuali disturbi che scaturiscono dai lungi ed intensi momenti di Stress.

Purtroppo in questi ultimi anni i la frequenza e l'intensità dei fattori stressanti sono aumentate in modo esponenziale, con il conseguente dannoso effetto di rendere sempre più complesso, o spesso impossibile, l'adattamento psicofisico dell'organismo in corrispondenza di situazioni stressanti.

Quando lo Stress assale la persona ed aumenta in modo vertiginoso e patologico, a livello fisiologico avviene uno scombussolamento: diminuzione e/o l'inibizione di diversi livelli ormonali (diversi Neurotrasmettitori fondamentali come Dopamina, Noradrenalina o Serotonina) e quelli di altre sostanze organiche basilari per la salute ed il buon funzionamento mentale e fisiologico e il generale mantenimento della salute.

In breve la Serotonina regola e media l'orologio interno, la temperatura, ed il funzionamento di numerosi sistemi organici; la Noradrenalina regola invece la trasmissione nervosa, i livelli di energia, il tono ed i meccanismi di ulteriori organi; infine la Dopamina è mediatrice di sostanze antidolore e responsabili del senso di piacere come ad esempio le Endorfine.

 A livello fisiologico i Disturbi da Stress (o dell'Adattamento) provocano debolezza, affaticamento, rallentamento dei processi fisici, indebolimento, iperproduzione di ormoni androgeni (con aumento di problemi dermici e dei suoi annessi, come unghie o capelli), malfunzionamento tiroideo, ipersudorazione, inappetenza, iperfagia, battito cardiaco irregolare, sbalzi pressori, respiro corto, tosse, ulcera, acidità di stomaco, colite, stipsi, diarrea, dolori gastrointestinali, digestione difficile, crampi, contratture, blocchi, tensioni muscolari, cefalea.


A livello mentale si possono presentare: senso di spossatezza e di ottundimento,tensione nervosa, difficoltà e rallentamento cognitivo (calo della memoria, dell’attenzione, della concentrazione), depressione e/o umore altalenante, disturbi del sonno, ansia generalizzata, panico, disturbi della sfera sessuale (calo del desiderio, problematiche orgasmiche, eiaculazione precoce/retardata), stati di insicurezza, irritazione, scatti di aggressività, problematiche psicosomatiche, tachicardia, vertigini, comportamenti alimentari compulsivi, oppure alimentazione disturbata, abuso di alcolici e altre sostanze psicoattive.

I Disturbi da Stress possono inoltre comportare, nelle situazioni più gravi e croniche, abuso di alcol e/o altre sostanze psicoattive, idee e tentativi di suicidio, complicazioni anche serie di eventuali patologie fisiche preesistenti al loro esordio.

I Disturbi da Stress (o dell'Adattamento) possono comportare l'esordio di ulteriori disturbi psicologici come:

 Disturbi d'Ansia







Infine, ecco alcuni suggerimenti:

 Esistono numerose sostanze naturali che riescono ad aumentare la reattività di adattamento e ad agevolare il recupero psicofisico in caso di problemi di Stress, e definite appunto "Adattogeni" o "Sostanze adattogene", in grado di agevolare l'adattamento dell'organismo davanti a dinamiche stressanti attraverso l'azione di specifici principi attivi in esse contenuti. 
Queste sostanze, si ritiene, sono adeguata per ridare energia fisica e mentale e aiutano a distendere le tensioni; un esempio l'Eleuterococco, il Ginseng, il Ginkgo Biloba, la Pappa Reale, la Rodiola, etc.  
Lo Stress può essere controllato, ridotto, anche con una giusta ed equilibrata dieta ricca di quelle sostanze in grado di ristabilire i giusti  livelli psicofisici (es. Sali minerali, Vitamine, Aminoacidi, Bioflavonoidi, Omega 3, etc.);  tecniche di rilassamento, attività fisica regolare, ma non intensa, ed un supporto professionale di tipo psicologico.

Dr.ssa Donatella Steck
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Psicosomatica-Il Sistema Immunitario


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Il Sistema Immunitario



Il sistema Immunitario (S.I.) permette all’organismo di difendersi da aggressioni che provengono sia dall’interno che dall’esterno. Esso è fornito di  una

MEMORIA

significa:

1)       che esso è in grado di riconoscere il Se dal Non-Se (detto in termini tecnici Self, no Self),   giacché sin dallo sviluppo embrionale ha la conoscenza di tutti i tipi di cellule;


2)      questa memoria è specifica per ogni sostanza ed è in grado di migliorarsi ogni qualvolta entra in contatto con sostanze estranee (definite Agenti);

3)   la memoria del S.I. attiva il circuito Anticorpi-Antigene.


Quali sono gli Organi Principali


-Midollo Spinale
                                                                  -Milza
                                                                 -Timo

Gli Anticorpi>Globuli Bianchi detti anche LEUCOCITI



Quali sono le sue FUNZIONI

-         Difesa (infezioni, virus, batteri)
-         Riparazione (messaggi inviati ai tessuti danneggiati).
-         Eliminazione (p.e. eccesso patologico di cellule (definita come Sorveglianza Immunologia).

Nel S.I. abbiamo: Immunità Cellulare, si attiva quando microrganismi penetrati nella cellula la possono distruggere. Immunità Umorale: nel caso in cui si siano verificate penetrazioni di microorganismi nei fluidi corporei, spazi extra cellulari>distruzione del microrganismo.

Connessione tra S.I. e SNC
Questi due importanti sistemi si influenzano tra di loro seguendo un iter: >Insorgenza>Decorso di malattie infettive e acute; ma anche in malattie allergiche e autoimmuni: Vale a dire che a determinati pensieri, emozioni, sentimenti corrispondono reazioni nella  Biochimica >Sostanze prodotte dal SNC che hanno effetti Immunostimolanti o Immunosoppressivi.
Questi si trovano in relazione circolare ovvero di feedback ed entrambi i sistemi hanno

-         Capacità di Risposta differenziata a stimoli diversi
-         Capacità di Relazione con l’ambiente
-         Capacità di apprendere, quindi hanno una memoria.


Quali sono i collegamenti  biologici principali
Asse IPOTALAMO >Invio di Messaggi
         IPOFISI> produzione di Ormoni (ACTH ormone della crescita)
        SURRENE > produzione di cortisolo + altri ormoni

Quando si parla di S.I. non si può non parlare del tessuto CONNETTIVO e delle Malattie Autoimmuni.
Spesso sentiamo parlare di Sistema Immunitario che improvvisamente impazzisce. Nulla di più falso. Di solito quando non siamo in grado di spiegare che cosa avviene dentro di noi usiamo una terminologia di questo tipo: impazzimento delle cellule. Poiché non riusciamo a comprendere come mai il SI si accanisca contro cellule dell’organismo provocando malattie definite autoimmuni, ecco venire in nostro soccorso il linguaggio popolare.
Cerchiamo di dare una spiegazione semplice , sintetica ma comprensibile dei meccanismi che si attivano e che provocano l’improvviso accanimento di cellule sane contro cellule sane di altri organi.
Il corpo umano è un organismo perfetto che se attaccato reagisce difendendosi. Del resto la difesa è comune a tutti gli esseri viventi.
Avete mai giocato a Risiko? E’ un gioco in cui i giocatori, che rappresentano ciascuno un territorio, per mire espansionistiche attaccano i paesi confinanti;  ecco più o meno accade la stessa cosa dentro di noi.  Ora per attaccare i territori a noi vicini dobbiamo avere un esercito, delle armi e una strategia che ci permetta di vincere. L’esercito ha bisogno di un Comandante in capo (il nostro SNC), i soldati saranno rappresentati dai linfociti (che fanno parte dei Globuli Bianchi e sono reazioni immunitarie che formano anticorpi). I linfociti hanno la funzione di difendere il Self (che nel nostro immaginario è il territorio attaccato da invasori), oltre che di smantellamento delle tossine. Quando, però, i nemici che attaccano sono troppi o sono estremamente potenti, i soldati scappano lasciando libero il campo ai virus  o ai batteri che dilagano e proliferano: è il momento in cui la malattia ha una prognosi infausta. Capita, anche, che gli attacchi non prevengano dall’esterno ma dall’interno>tossine prodotte da stress e pensieri continui, preoccupazioni, ansie, timori ecc. che diventano di difficile gestione e difesa da parte dei Linfociti i quali, come detto in precedenza, voltano le spalle (gettano la spugna) lasciando gli organi alla mercé della malattia.
Può accadere che il SNC invii due comandi contraddittori ed eccoci al conflitto: Il S.I. deve eliminare gli invasori o deve seguire l’ordine del SNC? Sicuramente agirà, ma per poterlo fare sarà costretto ad operare una scissione e a questo punto, organi bersaglio o l’intero organismo saranno aggrediti (siamo di fronte ad una specie di guerra civile) dai linfociti >malattia autoimmune. (p.e. psoriasi, sclerosi multipla, Artrite reumatoide, Rettocolite, Tiroiditi, Sclerodermia, ecc.).
In altre parole accade che il SI perde la capacità di riconoscere le strutture proprie da quelle estranee; così viene spiegato, nella letteratura medica, “l’impazzimento”.


TESSUTO CONNETTIVO O MESENCHIMA


Il tessuto Connettivo è il più esteso e il più grande dell’intero Organismo ed è costituito da  Una MATRICE INTERCELLULARE>è l’ambiente dove sono immerse tutte le cellule del nostro organismo. Pertanto tutte le reazioni immunitarie avvengono proprio in questo ambiente>Reazione di Difesa che

- Svolge funzione di NUTRIMENTO delle cellule
                                                    Immagazzinamento>Eliminazione
                                                                                  -----------------------------------------
                                                                                                        |
                                                                                                        |
                                                                                     di scorie metaboliche e tossine


-  di SOSTEGNO STRUTTURALE>intelaiatura che connette. Sostiene e contiene i tessuti del corpo.

Abbiamo Cellule in MATRICE SEMISOLIDA GELATINOSA  MESENCHIMA è il tipo più primitivo osservabile da esso si differenziano tutti gli altri tessuti connettivi.

Cellule in MATRICE SEMISOLIDA con sottile trama di  FIBRE RETICOLARI extracellulari
Le fibre reticolari formano una sorta di “rete” tridimensionale che è l’impalcatura ad es. della milza, dei linfonodi, del midollo osseo, e delle cellule reticolari che sono fagociti potenziali capaci di ingerire particelle.

Abbiamo il tessuto Adiposo, Elastico, Tendineo, Fibroso Denso, Fibroso Lasso.., ma per lo studio che ci riguarda questi tessuti per il momento li accantoniamo.

Una delle funzioni principali del T. Connettivo è quella di essere il serbatoio di tossine che vengono trasportate dal sangue ed immagazzinate nel T. Connettivo stesso.

Tossine endogene Metabolismo cellulare interno: provengono dall’interno dell’organismo

Tossine Esogene provengono dall’esterno: virus, batteri, diverse sostanze chimiche.

Entrambi (endogene ed esogene) devono essere smaltite ogni giorno; preposto a questo compito-lavoro è il SISTEMA LINFATICO.


MECCANISMO DI FUNZIONAMENTO

Il T.C. ogni giorno attraversa due fasi di 12 ore ciascuna: 1^ di smaltimento scorie

                                                                                            2^ di ricostruzione della matrice connettivale + sostanze indispensabili alla vita stessa delle cellule.
                                                                                                 
Durante queste due fasi il T.C. cambia la sua struttura in questo modo:

°° 1^ Fase:  (dalle h. 03 alle 15 ca) struttura appare gelatina solubilizzata che viene definita Statodi Sol                                                                                                                                                      
          In questa fase si verificano due processi:  Demolizione q
                                                                             Smaltimento  di scorie e proteine

°° 2^ in questa seconda fase (dalle h.15 alle 03 ca)  appare come gelatina che si ricondenza  e viene   definita Stato di Gel.

  il processo in atto è : Ricostruzione 4ricostituzione della matrice connettivale  e                                                                                       delle  proteine.


E’ un equilibrio perfetto: ad ogni fase segue quella successiva senza soluzione di continuità. Ma se questo equilibrio si scompensa, si verifica un aumento di scorie nel T.C. (come ad esempio Infezioni batteriche, virali, cattivo funzionamento del sistema linfatico, errata alimentazione, assunzione di sostanze chimiche, ecc).
In caso di sovraccarico di scorie si attiva un  

Meccanismo di Detossicazione
                                                                                 Drenaggio q    
  
attraverso la produzione di Enzimi

                                                                                                                                        
Gli enzimi  producono uno stato continuo di SOL (fase di smaltimento) che si prolunga fino a che non si è raggiunta una pulizia completa e profonda del tessuto connettivo; siamo in presenza non più di una fase di 12 ore >meccanismo suppletivo definito Infiammazione.


Una volta completata la funzione di drenaggio suppletivo, l’infiammazione sarà superata e pertanto sarà ripristinato il normale funzionamento bioritmico giornaliero tra le due fasi (gel e sol) del tessuto connettivo. L’infiammazione e la febbre che ne consegue –peraltro questa è il sintomo per eccellenza – sono la dimostrazione di un meccanismo biologico opportuno e naturale , non dovrebbero essere confuse con la malattia da debellare.
Recenti studi hanno dimostrato come il nostro S.I in effetti , inizi a funzionare in modo ottimale quando la temperatura corporea raggiunge i 38,5° C. e quindi farmaci anti-infiammatori, antibiotici, non andrebbero presi in maniera inappropriata, ma si dovrebbe permettere al nostro organismo di organizzarsi per combattere e debellare il processo infiammatorio, usando le armi a sua disposizione.
Gli antinfiammatori sono, è vero,  di immediato sollievo ma portano con sé effetti collaterali che alla lunga possono risultare dannosi per la nostra salute e il nostro benessere psicofisico.
Infatti la loro azione inibisce, annullando, il meccanismo biologico opportuno. Questi farmaci, con la loro azione, producono immediatamente, un viraggio dalla fase di Sol>in cui agisce il processo infiammatorio, alla fase di Gel>stasi, ma senza che sia stata la pulizia di cui si parlava qualche riga più sopra, pertanto si verificherà una gelificazione forzata e innaturale del connettivo, si produrrà un miglioramento e una guarigione, scomparirà il sintomo, ma senza essere andati alla radice del problema. La causa della infiammazione non si è trovata, le tossine nono sono state eliminate, esse permangono nel nostro connettivo e, dunque, il problema si ripresenterà.
Il fatto è che nell’assunzione di farmaci antinfiammatori si verifica un accumulo di tossine  in quanto viene impedito il naturale drenaggio e ciò anche per lunghi periodi. In tale maniera il tessuto connettivo si satura sempre più in profondità di tossine, si intasa di sostanze estranee (come le proteine batteriche, i virus,le molecole chimiche, ecc.).
Noi sappiamo  che la fase di gel è caratterizzata da nuove sintesi proteiche che dovrebbero avviarsi in un connettivo scevro da scorie, pulito, ma se questo non avviene allora verranno prodotte altre proteine che includeranno nella loro struttura anche del materiale estraneo all’organismo (Non-Self), ci sarà una produzione di “proteine anomale” caratterizzate da materiale proprio all’organismo (Self), ma anche da materiale estraneo (Non Self).
Saranno, infine, sintetizzate strutture anomale, abnormi, che verranno considerate estranee dal S.I. che, appunto non riconoscendole, le attaccherà. Infatti, le proteine anomale sono costituite per la maggior parte da molecole appartenenti all’organismo e solo in proporzione assai minore di piccole parti estranee, sufficienti però, per far scattare l’allarme da parte del S.I. che considerandole improprie le combatterà: ecco le basi per una malattia autoimmune .

L’IMMUNITÀ
L’immunità è la capacità dell’organismo umano di difendersi dalle aggressioni. 
                                                                            Difese specifiche
L’organismo   ha 2 tipi di difese immunitarie
                                             Difese non specifiche
  LE DIFESE NON SPECIFICHE
Le difese non specifiche sono difese di tipo generico, cioè difese che operano appena
il corpo viene aggredito.
Le difese non specifiche comprendono due prime linee di difesa:

Ø PRIMA LINEA DI DIFESA
Le prime difese che proteggono il nostro corpo dalle aggressioni esterne sono:
- La pelle:
la pelle è la difesa più esterna del corpo

- Le membrane mucose:
le membrane mucose ricoprono le parti del corpo a contatto con l’ambiente esterno
(bocca, naso, orecchie...).

- Le secrezioni:
il sudore, per esempio, è un liquido così acido, che può uccidere alcuni batteri.


Ø SECONDA LINEA DI DIFESA
La seconda linea interviene quando la prima linea di difesa viene superata da virus e batteri.
- L’infiammazione: 
arrossamento, aumento di calore, dolore... sono tutti sintomi che vediamo durante l’infiammazione di pelle e mucose; l’infiammazione è dovuta alla  produzione di sostanze da parte dei tessuti colpiti per riparare alle lesioni subite.

- I granulociti: 
sono dei globuli bianchi che mangiano le cellule morte e i microrganismi pericolosi per il corpo. Il lavoro che svolgono i granulociti si chiama fagocitosi.


LE DIFESE SPECIFICHE: 

Le difese specifiche sono difese “mirate”, cioè dirette verso determinati  antigeni, cioè sostanze che il nostro corpo non riconosce.
Le difese specifiche sono la terza linea di difesa del nostro organismo.

Ø TERZA LINEA DI DIFESA
Questa linea interviene quando la prima e la seconda linea non sono state capaci di fermare l’aggressione.
Ci sono delle sostanze che il nostro corpo conosce, queste sostanze si chiamano Self.
Le sostanze che non conosce si chiamano  no Self  o antigene. Quando il nostro corpo si  
accorge che ci sono delle sostanze no self c’è una risposta immunitaria.

L’organismo può attaccare l’antigene in due modi:

1. Risposta umorale, con la produzione di anticorpi da parte dei linfociti B; 
2. Risposta cellulare, attraverso l’intervento diretto di un tipo di globuli bianchi chiamati
                                     Linfociti T
Una Curiosità
L’allergia è un caso in cui la difesa immunitaria causa dei problemi al nostro corpo. Alcune persone sono sensibili a sostanze che per la maggior parte delle altre persone sono innocue, questo significa che alcune sostanze per certe persone sono pericolose e per altre no.  Nelle persone sensibili l’organismo pensa che queste sostanze siano pericolose e le attacca.  Dette sostanze in questo caso si chiamano allergeni.
Dr.ssa Donatella Steck
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venerdì 7 giugno 2013

Psicosomatica-Sviluppo del Sistema nervoso


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Lo Sviluppo del Sistema Nervoso

Argomento a) Neurofisiologia
Prima di entrare a trattare il Sistema Nervoso è utile dare uno sguardo rapido alla Neurofisiologia  che da qualche decennio è divenuta, principalmente negli Stati Uniti, una disciplina che ha offerto notevoli contributi per lo studio  della mente, della coscienza e del pensiero.
Si occupa di studiare soprattutto la fisiologia umana che indaga sul funzionamento dei neuroni e delle reti neurali.
Una delle caratteristiche specifiche di questa disciplina attiene lo studio e il monitoraggio dell’attività elettrica delle cellule nervose  nonché lo studio delle strutture nervose più complesse.
Occorre sottolineare, infine, che la Neurofisiologia si integra con altre discipline: biologia, anatomia, scienze cognitive e scienze del comportamento, psicobiologia e, per il nostro studio, con la Psicofisiologia  e la Psicologia fisiologica per le quali va fatta una distinzione.
Ø      la prima è il ponte tra fisiologia e psicologia, si occupa di studiare i correlati fisiologici dei processi psicologici;
Ø      la seconda studia i correlati comportamentali delle funzioni fisiologiche; si avvale del contributo di diverse discipline raggruppandole sotto l’obiettivo di comprendere le relazioni tra attività mentali, comportamento, processi fisiologici.
Il cervello va considerato come un insieme di fenomeni elettrici e biochimici e la neurofisiologia è il ramo della fisiologia che studia i fenomeni connessi con l’attività degli elementi del tessuto nervoso, sia in senso ampio (n. generale ), sia con riguardo a singoli raggruppamenti animali o a particolari suddivisioni del sistema nervoso (n. speciale degli Invertebrati, dei Mammiferi, dell’Uomo, del sistema vegetativo ecc.), sia mediante un confronto del diverso funzionamento degli organi nervosi nelle varie specie (n. comparata o comparativa).
La conoscenza funzionale del sistema nervoso seguì nel passato vie di sviluppo peculiari, entro larghi limiti diverse da quelle battute dal progresso degli altri campi della fisiologia.
Considerando comparativamente i fatti, si nota che l’applicazione del metodo sperimentale portò alla n. i suoi frutti molto più tardi rispetto alla fisiologia degli altri sistemi organici, tanto da giustificare gli studiosi che ritengono non potersi parlare di n. in senso moderno prima della fine del 19° secolo. Fu allora che C.S. Sherrington (1857-1952) pose le basi del concetto di integrazione nervosa e, con esso, diede inizio a quella continuità di pensiero in cui ancora la n. si muove; e fu negli stessi decenni che I.P. Pavlov, con la scoperta dei riflessi condizionati, restrinse lo iato tra funzioni viscerali, somatiche e psichiche del sistema nervoso, aprendo alla ricerca psicofisiologica linee d’indagine tuttora perseguite.
Per lungo tempo lo studio del sistema nervoso escluse dal proprio oggetto i fenomeni psichici, in quanto conoscibili solo per via introspettiva o per considerazioni analogiche, e in quanto più di ogni altro fenomeno difficili da ricondurre a leggi causali: è ovvio che l’impostazione metodologica della fisiologia moderna porta necessariamente a trascurare tutti i fenomeni non passibili di determinazione quantitativa. Appare quindi giustificato far risalire l’inizio dello studio delle ‘attività nervose superiori’ (come si preferisce chiamarle per paura di cadere nell’antropomorfismo) ai primi tentativi di fornire misurazioni di processi psichici, anche se per essi si ricorse ai dati dell’introspezione e furono pertanto limitati all’Uomo.
L’opera di Pavlov aprì all’indagine fisiologica anche i meccanismi delle attività psichiche superiori grazie alla sua scoperta dei riflessi condizionati.
Attraverso lo studio dei correlati organici (dapprima solo vegetativi, poi anche somatici e comportamentali) posti in essere da opportune associazioni di stimoli, permise di esteriorizzare in una certa misura lo svolgersi di processi psichici, e quindi di ricercarne la sede e analizzarne le componenti, associando al condizionamento un’analisi sperimentale fondata su lesioni centrali ovvero anche, da quando le tecniche di derivazione elettrofisiologica e quelle neurochimiche e neurofarmacologiche sono entrate in uso, su registrazioni dell’attività elettrica corticale e profonda, su trattamenti con sostanze inibitrici o attivatrici del metabolismo cellulare ecc.
 È chiaro che lo stabilirsi di un condizionamento implica una partecipazione estesa di processi psichici fondamentali, come l’attenzione, l’apprendimento, la memoria.
Il discorso lo dobbiamo interrompere qui perché ci porterebbe troppo lontano dall’oggetto del nostro corso che è di Psicologia Psicosomatica.
Sviluppo del Sistema Nervoso
La struttura di base del cervello é teoricamente identica in ciascuna persona e apparentemente simile in tutti i mammiferi. E’ in gran parte geneticamente determinata ma i fini dettagli delle sue connessioni sono influenzati dall’attività elettrica cerebrale, soprattutto nei primi momenti di vita. La sua complessità è tale che siamo ancora molto distanti dal comprendere appieno lo sviluppo del cervello anche se, in epoca recente, chiari indizi sono emersi a seguito della rivoluzione genetica.
Il corpo umano e il cervello si sviluppano da un’unica cellula, l’uovo fertilizzato. Ma come accade? Il principio cardine della biologia evolutiva è che il genoma è un insieme di istruzioni per creare gli organi del corpo, non una carta copiativa. Il genoma è composto da circa 40,000 geni che orchestrano tale processo. Portare a termine queste istruzioni è un po’ come l’arte cinese di piegare la carta –origami -, dove un numero limitato di modi di piegatura produce una struttura che potrebbe essere rappresentata solo da molti disegni.
A partire dall’embrione, un numero relativamente piccolo di istruzioni genetiche è in grado di produrre un’enorme varietà di cellule e connessioni cerebrali durante lo sviluppo.
Sorprendentemente, condividiamo molti dei nostri geni con il moscerino della frutta, la Drosophila.
E’ proprio grazie agli studi sul moscerino della frutta che è stata individuata la  maggior parte dei geni fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso dell’uomo. I neuroscienziati che studiano lo sviluppo cerebrale esaminano molti animali (zebrafish, la rana, il pulcino e il topo) ciascuno dei quali offre dei vantaggi nell’esame di particolari eventi molecolari o  cellulari. L’embrione di zebrafish,ad esempio, è trasparente e consente di osservare al microscopio ogni sua cellula durante lo sviluppo. Il toposi riproduce fretta e il suo genoma è stato quasi del tutto mappato e sequenziato. Pulcini e rane sono meno utili ma i loro grandi embrioni permettono manipolazioni microchirurgiche per esaminare cosa succede quando alcune cellule migrano in posizioni anomale.
Il primo passo nello sviluppo cerebrale è la divisione cellulare. Un altro punto chiave è la differenziazione cellulare, quando le singole cellule smettono di dividersi ed assumono caratteristiche specifiche come quelle dei neuroni o delle cellule gliali. La differenziazione causa una riorganizzazione spaziale.
Diversi tipi di neuroni migrano in diverse sedi in un processo detto di formazione della trama. Il primo evento saliente nella formazione della trama avviene durante la terza settimana della gestazione umana, quando l’embrione è formato solo da un doppio foglietto di cellule in divisione.
 Un gruppetto di cellule sulla superficie superiore del doppio foglio contiene le istruzioni per formare l’intero cervello e il midollo spinale. Queste cellule compongono una struttura a forma di racchetta da tennis detta placca neurale, la cui parte anteriore darà origine al cervello mentre la  parte posteriore diverrà il midollo spinale.
 I segnali che dirigono queste cellule provengono dal foglietto sottostante che darà origine allo scheletro e ai muscoli assiali dell’embrione. Le diverse regioni esprimono diversi insiemi di geni che presagiscono lo sviluppo delle varie aree cerebrali, il telencefalo, il mesencefalo e il romboencefalo, con distinte funzioni e diversa  architettura cellulare.
Una settimana dopo, la placca neurale si arrotola in forma di tubo, si approfonda e viene avvolta da quella che sarà la futura epidermide. Nelle settimane seguenti si verificano ulteriori profondi cambiamenti compresi mutamenti di forma, divisioni, migrazioni e adesioni cellulari.
Il tubo neurale, ad esempio, si piega fino a che la regione cefalica si trova ad angolo retto rispetto a quella del tronco. Questo rimodellamento prosegue a livelli sempre più raffinati, fino a conferire un’ identità individuale ai nuovi neuroni. Le cose possono però andar male.
Una mancata chiusura del tubo neurale causa la spina bifida, una condizione solitamente limitata al tratto finale del midollo spinale che, benché invalidante, non costituisce un rischio per la vita. D’altro canto, la mancata chiusura del tratto craniale può esitare nella completa mancanza di un cervello, una condizione nota come anencefalia.
Il principio sottostante la formazione della trama è che le cellule imparano la loro posizione rispetto agli assi principali del sistema nervoso: antero-posteriore e supero-inferiore.
 Di fatto, ogni cellula calcola la propria posizione rispetto a queste coordinate ortogonali come chi legge una mappa desume la propria posizione misurandone la distanza da punti definiti.
Ogni neurone (cellula nervosa) acquisisce la sua identità individuale e smette di dividersi ed estende il suo assone tramite un’estremità allargata detta cono di crescita.
Il cervello prosegue la sua trasformazione non solo fino al momento della nascita del bambino ma addirittura fino al raggiungimento dei diciotto anni di vita.
Va detto che durante questo periodo il numero delle cellule nervose aumenta di circa cento miliardi e le connessioni che le mettono in contatto (dette sinapsi) tra loro si moltiplicano fino a raggiungere il milione di miliardi, le sinapsi sono quasi tutte presenti già al momento dell’età scolare tuttavia continuano a modificarsi e vengono registrate costantemente.

Questo accade perché ogni qualvolta proviamo e/o esperiamo emozioni, sensazioni, impressioni nuove avviene una piccola modificazione nell’architettura delle nostre connessioni sinaitiche: alcune muoiono, altre si creano, altre si potenziano, altre si allentano e ciò avviene ogni ora di ogni giorno per tutto l’arco della nostra vita (E. Boncinelli, 2011).

Dr.ssa Donatella Steck
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